Guerra del coworking tra Felcaro e Gasparin

CORMONS. Potremmo chiamarla la “guerra del co-working”. A pochi mesi dalla bagarre elettorale, infatti, è su questo innovativo sistema di coinvolgimento in rete delle aziende che si innesca una nuova polemica politica tra due delle parti in corsa per Palazzo Locatelli.
Pomo della discordia, nella fattispecie, è la proposta da parte del candidato sindaco di “Direzione Cormons” Roberto Felcaro di incentivare, se eletto primo cittadino, politiche di co-working a favore dei giovani imprenditori. Apriti cielo. Sull'argomento interviene a gamba tesa l'assessore al Commercio, e portabandiera di Progetto per Cormons (che alle amministrative sostiene la candidata del centrosinistra Lucia Toros), Elena Gasparin.
«Si sappia che non è affatto una novità di questi giorni», è l'incipit del suo messaggio. Come a dire: non è certo Felcaro che ha ideato, per primo, questa soluzione. La Gasparin argomenta, quindi, con queste parole: «Desidero ritornare, e dico ritornare non a caso - replica stizzita la rappresentante della giunta Patat - sul tema del co-working perché già il 15 dicembre 2015 la sottoscritta fece inviare dall’ufficio commercio e attività produttive del Comune una mail con tanto di bando allegato ai membri della Consulta attività produttive con cui si informavano le categorie economiche della possibilità di finanziamento attraverso il bando del coworking e successivamente lo diffusi anche via facebook. È opportuno sottolineare che la Regione con la legge Rilancimprese n. 3/2015 ha previsto e disciplinato la figura del co-working e poi ha individuato le Camere di commercio quali soggetti tenuti a gestire i fondi e finanziare le aziende richiedenti: i Comuni in tutto questo possono dare notizia dell’iniziativa, come è stato fatto. Anche quest’anno sul sito della regione c’è il medesimo bando e pertanto riporto il link qui di seguito: http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/economia-imprese/industria/FOGLIA84/ nonché alcuni dati affinché gli interessati possano essere stimolati ad informarsi».
Possono infatti beneficiare dei contributi «le microimprese» e sono ammissibili ad incentivazione «le iniziative concernenti l’acquisizione di servizi di coworking per lo svolgimento della propria attività economica d’impresa all’interno di uno spazio di coworking».
«Per spazio di coworking - sottolinea l’assessore comunale Gasparin - si intende un ambiente di lavoro adeguatamente attrezzato reso disponibile e condiviso dal prestatore del servizio con il fruitore nell’ambito del quale soggetto prestatore e soggetto fruitore svolgono attività indipendenti. L’intensità massima del contributo concedibile è pari al 50 per cento della spesa ammissibile. Il limite minimo di spesa ammissibile è pari a 5.000 euro. Per fare richiesta di contributo ci si può rivolgere direttamente alla Camera di commercio».
Matteo Femia
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