Gurdon s’inventò la clonazione

TRIESTE L’altra settimana discutevo con uno studente a Londra sulla possibilità di generare un maiale geneticamente modificato il cui Dna contenga un gene mutato, responsabile di gravi malattie cardiache – il maiale servirà come modello per sviluppare nuove terapie. Con disinvoltura, lo studente disse: «È facile. Basta prendere una cellula del maiale, usare l’ingegneria genetica per introdurre la mutazione e poi inserire il nucleo della cellula all’interno di un cellula uovo. Grazie alla clonazione, ecco che si formerà un embrione, da impiantare in una scrofa per ottenere l’animale voluto». Tutto giusto. Ma sono rimasto sorpreso di come il concetto di clonazione oggi venga dato per scontato, mentre ha rappresentato una delle più affascinanti scoperte della biologia.
È stato con questo sentimento che la scorsa settimana, alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ho avuto l’onore di tenere la laudatio (l’orazione di introduzione) alla cerimonia per la consegna del titolo di PhD honoris causa proprio a John Gurdon, lo scienziato britannico che la clonazione di fatto l’ha scoperta. L’esperimento chiave, pubblicato nel 1962 e ormai parte dei libri di testo, fu condotto quando Gurdon era ancora uno studente di dottorato. Incoraggiato da Michail Fischberg, il suo mentore all’Università di Oxford, inserì il nucleo di una cellula dell’intestino del rospo Xenopus laevis all’interno di una cellula uovo. Stimolato dall’ambiente dell’uovo, il nucleo perse la sua caratteristica di cellula specializzata, e iniziò a comportarsi in maniera analoga all’uovo fecondato, dando origine a un girino. Fu la prova che qualsiasi cellula dell’organismo contiene un completo corredo genetico, tanto da riuscire a generare un nuovo organismo. Ma soprattutto fu la dimostrazione che la specializzazione delle cellule può essere cambiata: utilizzando un diverso set di geni, una cellula può diventare un qualsiasi altro tipo di cellula, uovo fecondato incluso.
Fu anche la nascita antesignana del concetto di epigenetica, lo studio dei meccanismi che governano la scelta dei geni, concetto che oggi domina la biologia e la medicina. Il nostro Dna è come l’hard disk di un computer, con tante applicazioni a disposizione. Gurdon aveva trovato il tasto per interrompere l’alimentazione e far ripartire il computer daccapo.
Gurdon fu eletto membro della Royal Society nel 1971, nominato baronetto nel 1995 e vinse il premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia nel 2012. Confesso che mi sono emozionato a presentarlo. Oggi ottantaseienne, ha continuato a fare esperimenti sul bancone fino a pochi anni fa, e conserva una mente lucida e un entusiasmo da giovane dottorando. Una vera icona della scienza. –
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