Gurrieri il nome per il Porto? Confindustria boccia la scelta camerale

Confindustria Trieste contro Camera di commercio. Con una nota ufficiale l’associazione degli industriali manifesta infatti tutto il proprio «disappunto» per come è maturata l’indicazione, uscita dalla Cciaa, di Antonio Gurrieri nella terna dei candidati alla presidenza dell’Autorità portuale di Trieste del post-Monassi. Un nome, quello appunto votato da quattro settimi della giunta camerale con in testa il presidente Antonio Paoletti, che si aggiunge alle opzioni Zeno D’Agostino e Nereo Marcucci, proposti rispettivamente dai Comuni di Trieste e di Muggia e dalla Provincia.
Duro il comunicato di Confindustria Trieste che parte ribadendo come «da sempre il Porto di Trieste è centrale per l’economia del territorio. Sia per le imprese ad esso direttamente collegate, sia per l’intero comparto industriale, sia per le opportunità occupazionali. Per questo motivo, l’associazione è fermamente convinta che lo scalo marittimo necessiti di una governance forte, preparata e competente che abbia tutte le capacità e le conoscenze per accompagnare lo sviluppo dei vari tipi di traffici, con sempre maggiore attenzione verso i mercati internazionali, che rappresentano oggi il più importante bacino». Una premessa per sottolineare poi che «Confindustria Trieste si era attivata per individuare una figura professionale e manageriale con le caratteristiche sopracitate, anche sentendo gli operatori del settore associati».
Da qui, la stizza per la decisione della Cciaa: Confindustria “certifica” infatti il suo «disappunto circa il metodo adottato dalla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Trieste per l’individuazione del candidato da proporre al Ministero per la presidenza dell’Autorità portuale di Trieste. Aver ricevuto l’indicazione del nominativo proposto dalla presidenza della Cciaa triestina soltanto poche ore prima della giunta camerale non ha permesso il naturale percorso di condivisione». Una tirata d’orecchie tutta per Antonio Paoletti. Quel «percorso - conclude la nota - sarebbe stato opportuno e doveroso, data la valenza strategica dello scalo per tutti i portatori di interesse».
Ma allora come mai il rappresentante degli Industriali triestini nella giunta camerale, cioè Vittorio Pedicchio, non ha votato contro la soluzione Gurrieri? Quel giorno era assente. A margine della nota, lo ribadisce il presidente di Confindustria Trieste, Sergio Razeto: «Pedicchio mi aveva informato il giorno prima della riunione di non poterci andare per problemi personali. Infatti, non ha poi potuto esserci. Avevo chiesto allora se si potesse ricorrere alla delega, ma non è possibile. Con Pedicchio - la conferma di Razeto - siamo sulla stessa linea».
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