Hera Trading sposterà la sede legale da Imola a Trieste

TRIESTE. Cammin facendo Hera imbandisce la tavola per convincere anche i triestini e padovani più riottosi che non si tratterà per AcegasAps di un’annessione ma di un’ampia operazione inclusiva, a tutto Nordest. Anzi, della più grande operazione “merger” in atto nel panorama delle multi-utility italiane. Così, accanto alle condizioni oggettivamente piuttosto buone prospettate il 25 luglio scorso per l’acquisto della società giulio-patavina, il gruppo emiliano-romagnolo, quando è in procinto di iniziare la lunga stagione dei consigli comunali, appoggia sul tavolo un altro asso: lo spostamento della sede legale di Hera Trading a Trieste dal 1° gennaio 2013. L’annuncio era nell’aria già da venerdì sera, ieri mattina un twit del sindaco triestino Cosolini ne dava conferma. Dalla Cispadania nessun commento.
Cosa comporta lo spostamento della sede legale di Hera Trading dall’attuale indirizzo di via Molino Rosso 8 in quel di Imola? Comporta che la “srl”, emanazione dell’utility emiliano-romagnola, pagherà le tasse di competenza in Friuli Venezia Giulia anzichè nella regione di attuale domicilio.
Agli emiliano-romagnoli non cambia granchè, ma per la Regione Fvg, in base alla specialità statutaria, risulta ghiotta la possibilità di introitare ricchi tributi. Perchè Hera Trading fattura poco meno della metà dei ricavi consolidati del gruppo: nel bilancio 2011, per intenderci, si è parlato di un miliardo 978.894 mila euro, sfiorando quindi la doppia miliardata.
Nell’imolese via Molino Rosso 8 resterà la struttura operativa, composta da una trentina di addetti. D’altronde Hera Trading è un’azienda commerciale, un ragguardevole grossista che vende e compra gas naturale ed energia elettrica. Oltre all’approvvigionamento di materia prima, si occupa della connessa logistica, di intermediazione di prodotti energetici.
Sempre avendo come riferimento il bilancio 2011, vediamo che Hera Trading ha conseguito utili per 8,8 milioni, mentre il risultato operativo netto aveva subìto un forte calo da oltre 32 milioni a 14 milioni, a causa di una marginalità decisamente più contratta e dal venir meno di operazioni straordinarie che avevano caratterizzato il 2010. La posizione finanziaria netta è sensibilmente scesa da 103 milioni a 44,2 milioni. In forte crescita il volume del gas gestito, lievitato di quasi il 40% a un miliardo 737 mila metri cubi.
La società ha un consiglio di amministrazione, dove siedono tra gli altri l’ad Pietro Musolesi, lo stesso presidente di Hera Tommasi, il direttore generale del gruppo Stefano Venier - ritenuto uno dei registi dell’operazione AcegasAps.
Hera e AcegasAps si avviano a un autunno assai intenso, sotto il profilo delle scadenze necessarie per il completamento aggregativo, con soddisfacenti premesse di mercato: venerdì scorso, nell’ultima di piazza Affari, il titolo Hera ha chiuso a 1,30 (+3,40%) e quello AcegasAps a 5,35 (+1,61%).
In buona sostanza, diversamente da quanto veniva pronosticato a inizio d’anno, il Nordest delle utility si è messo in moto corroborato dalla promessa attenzione di Cassa depositi e prestiti (100 milioni), mentre la ventilata maxi-alleanza di Nord-Ovest tra A2a e Iren è rimasta al palo. Circostanza quest’ultima confermata in occasione del recente incontro tra il ministro Passera, fautore di un radicale riassetto del settore, e l’assessore milanese Tabacci: A2a e Iren si ritroveranno in futuro quando avranno risolto i problemi di “governance” e di debito. Anzi, è presumibile che Ire, per alleggerire la posizione finanziaria, venda il 21% detenuto in Edipower in cambio della cessione di impianti.
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