«Ho iniziato subito senza soste lavorando anche nei weekend»

l’intervista
Alle 20 Matteo Picerna, 37 anni, è ancora in ufficio, dopo 18 pazienti, dieci le nuove visite. Una cosa normale all’inizio: ha cominciato a fare il medico di famiglia da metà ottobre.
Burocrazia e nuovi pazienti: tanto lavoro?
Iniziare con 1.500 pazienti di colpo, in pandemia, è folle. Lavoro anche nei weekend. Così come ho lavorato alla Befana. Visitare una persona, fare la cartella e altre pratiche, porta via anche un’ora. Si può immaginare la mole di lavoro che abbiamo.
Il sistema funziona tra pensionamenti e nuove assunzioni?
Bisognerebbe modificare qualcosa a livello regionale e nazionale per dare continuità di cura alle persone tra un pensionamento e l’altro, considerando che di questi tempi è necessario dare spazio immediato ai pensionamenti dei colleghi. Arrivare tardi nel ricambio è quanto di più deleterio ci sia, anche perché le persone devono essere assistite, non dobbiamo delegare all’ospedale. Questo problema comunque non dipende dall’Azienda sanitaria né in parte dalla Regione, ma bisogna in qualche modo modificare il sistema.
Ha solo un ambulatorio?
Sì. Di solito si hanno più ambulatori per avere una quota di pazienti maggiore, che io invece ho già raggiunto.
Alcuni suoi colleghi sostengono che i “nuovi” arrivati dovrebbero iniziare da una quota inferiore di pazienti. Oppure che potrebbero aiutarvi loro all’inizio. Che cosa ne pensa?
A me non risulta. Noto comunque che al momento sono tutti presi male con la pandemia e il lavoro, quindi non penso i colleghi si possano fare carico di lavoro aggiuntivo.
Com’è la situazione ora?
Al momento io sto pagando di tasca mia la segretaria per sostenere il doppio delle ore. Importante è poi l’educazione delle persone: non chiamare in continuazione intasando la linea ma lasciarla libera per far sì che chi ha bisogno di un contatto possa averlo.
Cosa le piace di questo mestiere?
È molto vario: si assistono pazienti giovani e adulti e si mantiene con loro un rapporto nel tempo, incidendo anche di più nei bisogni di salute delle persone. —
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