«Ho voluto cercare il mio passato ma la casa e gli affetti sono qui»

la storia
Una delle preoccupazioni che i genitori adottivi spesso esprimono, quando i bambini crescono, è scatenata dalla voglia di questi di scoprire le proprie origini. Una curiosità spesso inevitabile, che spinge a cercare la famiglia biologica nel Paese natale. È stato così per la cantante internazionale Daniela Pobega, adottata da una famiglia triestina a 7 mesi.
«La prima volta che mi sono interrogata sul mio passato – racconta – è stata alla fine delle scuole superiori. Ho pubblicato un annuncio su un sito brasiliano, scrivendo che mi sarebbe piaciuto ritrovare la mia famiglia e quella che mi aveva accudito dai 4 ai 7 mesi. I miei genitori adottivi all’epoca si erano affidati a una signora, Palmira, che andava ogni anno a fare volontariato in Brasile. Lei è stata con me tutto il periodo prima che io partissi per l’Italia e ha tenuto anche un diario, molto accurato, che conservo ancora, insieme alle mie foto, dove si vedeva una famiglia di un’isola di fronte a Salvador, composta da una mamma, Bernardette, e dai suoi due figli».
In una lunga serie di coincidenze, alla richiesta di Daniela risponde un ragazzo di Ancona. «Si chiamava Giacomo e conosceva Chiara, una giovane volontaria in Brasile. Tramite loro ho incontrato altre due donne, Rita e Selma, e poi Nereo, italiano che viveva lì. Mi hanno aiutata tanto». Daniela è entrata così nell’orfanotrofio di Salvador, dove era stata abbandonata a due mesi. «Con mia grande sorpresa ho trovato tutti i miei documenti –ricorda – scritti a mano. Sui fogli era segnato il nome della donna che mi aveva lasciato lì. Tra varie peripezie l’ho trovata. Abbiamo fatto il test del Dna ma è risultato che non era la mia mamma biologica. In Brasile spesso i bambini vengono cresciuti da amici o vicini, quando i genitori non sono in grado di farlo». Daniela cerca allora di conoscere almeno la famiglia che l’ha cresciuta per pochi mesi. «Grazie a una trasmissione radio ce l’ho fatta. Vedendo la casa e uno dei bambini che era con me, ormai adulto, ho avuto un tuffo al cuore». La trasferta di Daniela si è chiusa così. Niente più domande. «È naturale che a un certo punto della vita ci sia questa curiosità, ma i genitori non devono preoccuparsi: la casa e gli affetti sono solo a Trieste». —
MI.B.
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