Hotel panoramico e maxi parco, inizato il recupero dell’ex Obelisco

Edilimpianti concorderà con il Comune il piano nell’area alle porte di Opicina: 65mila metri quadrati

Francesco Bercic
L’immobile dell’ex albergo Obelisco che si è tornato a vedere dalla strada dopo le pulizie all’interno dell’area verde foto Andrea Lasorte
L’immobile dell’ex albergo Obelisco che si è tornato a vedere dalla strada dopo le pulizie all’interno dell’area verde foto Andrea Lasorte

Se ne parla poco, forse perché lontano dai riflettori del centro città. Ma l’ex Obelisco di Opicina, prestigiosa sede alberghiera chiusa da quarant’anni, occuperà un posto di assoluto rilievo nel ventaglio dei progetti di rigenerazione urbana a Trieste.

Non solo per il recupero dell’edificio disegnato negli anni Settanta da Gae Aulenti, quanto piuttosto perché si andranno a rilanciare anche gli oltre 65 mila metri quadrati circostanti, inserendosi nel più ampio processo di evoluzione di un angolo strategico del territorio.

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L’onore e l’onere di farsi carico dell’opera è nelle mani di Edilimpianti, realtà guidata da Vincenzo Settimo e oggi attivissima nel panorama “rigenerativo” locale, al cui mazzo si sono da poco aggiunti l’ex distretto militare e casa Marenzi a San Giusto.

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Settimo si era aggiudicato l’area ex Obelisco nel marzo del 2021 per poco più di due milioni di euro, assieme alla società Matt dei fratelli Campestrini. L’imprenditore bitontino sta limando gli ultimi dettagli del suo progetto (Edilimpianti funge da socio operativo nell’alleanza con Matt) e punta a completare il quadro entro la fine dell’anno. Dopodiché il dialogo con il Municipio si farà più intenso, culminando nel necessario passaggio in Consiglio comunale. A quel punto, auspicabilmente nel primo semestre del 2025, il cantiere potrà partire: Settimo stima lavori per almeno 36 mesi, «tre anni o tre anni e mezzo».

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Il complesso svolgimento dell’iter nonché le tempistiche di lungo termine, trovano giustificazione nella portata dell’operazione. Sono in gioco sei ettari e mezzo di terreno, ben di più che la “semplice” riqualificazione dell’albergo. La bonifica appena ultimata (si veda l’articolo sotto) aiutata dai già spogli alberi invernali hanno restituito allo sguardo di chi transita in strada nuova per Opicina lo scorcio sull’immobile, che si presenta in tutta la sua decadente eleganza. Dietro si nasconde un’area sterminata, immersa nel verde e puntellata da sporadiche tracce del suo passato plurisecolare.

Cosa ne verrà fuori? Prematuro rispondere oggi, prima che Comune e Soprintendenza abbiano dato il loro parere favorevole. Operazioni del genere – ex Fiera docet – non possono che avere tempi lunghi e una gestazione laboriosa. La certezza è che l’albergo verrà riaperto, con un target di clientela «di fascia alta». E che si procederà con la riqualificazione di tutto il circondario, nell’ambito di un progetto organico in dialogo con lo stesso hotel.

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Se ne riparlerà a tempo debito. Ma intanto è comunque interessante gettare lo sguardo in avanti, interrogandosi sullo sviluppo di quell’angolo che fa da porta di ingresso a Opicina. Un angolo fino a oggi rimasto in penombra, tanto che in molti avevano quasi dimenticato l’esistenza dell’ex Obelisco, celato dalle fronde e dal degrado. Anche chi serbava qualche ricordo, poi, non lo inquadrava di certo come una terra promessa del turismo locale.

Oggi è lecito cambiare, almeno in prospettiva, la narrazione. Dopo un’attesa apparsa a tratti interminabile, il tram di Opicina sembra aver imboccato la via della rinascita e si appresta al collaudo finale. Nel 2028 o giù di lì, quando cioè la riqualificazione dell’ex Obelisco dovrebbe essere completata, la speranza è che le vetture blu siano ritornate ampiamente ai fasti d’un tempo. La linea 2 diventerebbe così un facile aggancio turistico-promozionale, i cui effetti positivi si spargerebbero tanto sul centro città quanto sulla stessa Opicina.

E poi c’è la Napoleonica, la quale si porta dietro un altro tipo di turismo, forse meno interessato alle soluzioni di semi-lusso ma comunque in cerca di una struttura ricettiva. L’ex Obelisco incrocerebbe potenzialmente due flussi di visitatori: quello tradizionale che si muove a bordo del tram e quello ciclo-pedonale che sfrutta i sentieri. Senza dimenticare la Sissa, che ha sede a pochi metri di distanza e offre ancora un altro tipo di utenza. Qualcuno obietterà che è tutta fantasia. Eppure sono argomenti che, tra non molto, potrebbero diventare d’attualità. —

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