I bunker del Calvario sono stati smantellati dal Demanio militare

Svelato il mistero dei bunker di Piedimonte: a smantellarli è una ditta specializzata incaricata dal Demanio militare. Sembra essere davvero questa la soluzione del piccolo giallo nato in città dalla segnalazione del consigliere comunale Walter Bandelj. Questi aveva chiesto conto della sua scoperta al sindaco Romoli. Qualcuno (il Comune? La Regione?) aveva iniziato a smantellare i bunker realizzati sulle pendici e nei boschi del monte Calvario nel periodo della Guerra Fredda, diciamo tra il 1958 ed il 1959. Una dismissione solo parziale, visto che i manufatti in cemento non sono stati toccati, mentre sono stati completamente rimosse tutte le parti metalliche a completamento dei rifugi: dalle scala d'accesso alle porte d'entrata, fino a protezioni e scarni arredi. Tutti materiali arrugginiti ammucchiati alla meglio nei pressi di ciò che resta dei bunker o lungo i sentieri che vi conducono, in attesa di essere portati via. Bandelj si era chiesto, essenzialmente, perchè l'intervento fosse solo parziale, e non prevedesse l'eliminazione di tutte le strutture. Concetto sul quale, peraltro, ha subito concordato anche il Comune, che però non ha potuto far altro, per bocca del sindaco Romoli, di smarcarsi, spiegando di non avere la minima idea di chi stesse lavorando sul Calvario. Di lì è partita una sorta di partita a mosca cieca, perchè nessuno in città era in grado di spiegare cosa stesse avvenendo a Piedimonte. Poi l'intuizione, lo spunto, arrivati dall'assessore comunale Pettarin: poteva essere opera della Croce Rossa Italiana. Si, perchè una vecchissima consuetudine, probabilmente figlia di convenzioni ed accordi risalenti a prima del secondo conflitto mondiale, prevede che in caso di abbandono e smantellamento di una qualsiasi struttura militare, alla Croce Rossa sia concesso di asportare tutto il materiale dismesso, dagli arredi, alla carta, al ferro, come nel caso dei bunker in questione. Solitamente la Cri si affida per questo a ditte esterne, che poi smaltiscono il materiale e destinano una quota del ricavato (in base agli accordi presi) proprio alla Croce Rossa. Giallo risolto, allora? Non esattamente, perchè nemmeno la Cri ha potuto confermare alcunchè, per i bunker di Piedimonte, non essendo stata coinvolta nell'operazione. Allora le ultime telefonate e le ultime ipotesi hanno portato alla luce la realtà. Il Demanio militare (in questo caso quello di Udine) come sta accadendo in tante altre località della regione, quali Ruda ad esempio, sta dismettendo anche i bunker del Calvario. (m.b.)
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