«I cittadini sostengano il Comune a mantenere decorosa la nostra città»
A Gradisca ne stiamo vedendo per tutti i gusti, o forse è il caso di dire disgusti. E arriva il momento in cui è giusto condividere l'amarezza che si prova con una lettera aperta ai cittadini. Gli episodi di inciviltà sono arrivati a esempi eclatanti. La stampa vi ricama attorno, ma dietro a questo non vi è altro che maleducazione. Lasciamo quindi perdere "il caso" e pensiamo ad un altro tipo di degrado: quello che piano piano avvelena la vita civile e che passa quotidianamente dal non rispetto delle regole. Possiamo fare l'esempio delle auto parcheggiate fin dalla mattina presto in zona vietata - nonostante a quell'ora gli stalli autorizzati siano tutti liberi solo un metro più in là - o delle fioriere stracolme di mozziconi, laddove i cestini posacenere si trovano voltando la testa. Possiamo parlare dei gesti vandalici nei parchi cittadini, delle deiezioni canine lasciate in bella vista, dei parcheggi sugli stalli dei disabili o sui passi carrai fuori dalla scuola primaria. La polizia locale interviene, appone avvisi ricordando le regole, emette diverse contravvenzioni. Poi appena non c'è si ricomincia tutto come nulla fosse. L'impegno delle maestranze comunali è costante e l'amministrazione comunale non può e non vuole demandare ai privati le necessarie attività manutentive. Ma qualsiasi azione si faccia, anche quotidianamente, non potrà mai essere sufficiente dinanzi ad una inciviltà dilagante. Abbiamo davvero bisogno di "uno stato di polizia" per essere civili? È davvero utile postare come un trofeo questi esempi indecenti? O la strada migliore resta quella di smettere di pensare che "Non è un problema mio"? A che pro definire "un deserto" il centro nelle ore serali? Ricordare la vita dei centri cittadini negli anni Ottanta significa parlare del mondo di trent'anni fa e lo sanno bene gli esercizi commerciali gradiscani che in questi anni si sono specializzati, reinventati, innovati, trovando il modo di rimanere attrattivi. Ma, si sa, è sempre più facile vedere ciò che non va piuttosto che riconoscere le tante cose che creano unione, che muovono sinergie positive. Noi rimaniamo certamente in ascolto, e pronti a cogliere proposte di interesse collettivo. Ma tutti i settori della comunità dovrebbero essere parte attiva e propositiva di questo difficile, faticoso e costante lavoro. Ci affidiamo quindi alla educazione e al senso di responsabilità dei gradiscani affinché sostengano l'amministrazione nel mantenere decorosa e vivibile la nostra bella città. A proposito, infine, di "salotto buono che diventa periferia". Si è inteso dare, in questo modo, al termine periferia una inspiegabile connotazione negativa, facendo un grave torto sia al centro storico che ai nostri borghi, entrambi certo caratterizzati da problematiche diverse e anche complesse, ma lontani dal poter essere definiti luoghi di degrado. È difficile, infatti, per chi vive Gradisca ritenere verosimile questa descrizione, e prova ne è la nostra piazza assolata e affollata di famiglie in questi giorni di sole.
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