I costruttori: vogliamo vedere le carte

«Consta alla scrivente associazione di categoria, che deve ritenersi la maggiormente rappresentativa della realtà delle imprese e società operanti nel settore delle costruzioni e quindi anche nella “materia comunitaria” degli appalti di lavori pubblici, che avvalendosi della facoltà di svolgere le funzioni di Rup, progettista e direttore dei lavori a mezzo della sua dirigente in carica, architetto Maria Grazia Picchione, la Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici abbia realizzato affidamenti diretti a beneficio esclusivamente della Lepsa Srl con sede a Roma. Un tanto consta con riferimento a una pluralità di beni appartenenti al demanio e patrimonio indisponibile dello Stato che si sono potuti identificare sulla base della “cartellonistica” di legge».
Muove da queste cosiddette “constatazioni”, appunto, l’«istanza di accesso agli atti amministrativi ai sensi della legge 7 agosto 1990 numero 241» presentata da Valerio Pontarolo, presidente regionale dell’Ance, l’Associazione dei costruttori edili, sia alla Direzione regionale per i Beni culturali che alla stessa Soprintendenza. È una richiesta di vedere le carte che stanno dentro gli uffici dopo che le carte che stanno fuori sono già state viste, se è vero che vengono citate quattro tabelle lette in questi ultimi due anni di reggenza Picchione in prossimità di altrettanti cantieri.
Il primo paio (circa 350mila e 250mila euro, rispettivamente, ndr) è riferito a due lotti consecutivi «per la messa in sicurezza di un tratto di mura», cioè l’«orecchione destro del Baluardo Grimani», « che recano pericolo all’incolumità pubblica». Il terzo (sui 300mila euro, ndr) porta alla «manutenzione straordinaria della copertura del corpo principale di Palazzo Clabassi», la sede udinese della Soprintendenza, e il quarto (attorno ai 150mila euro, ndr) a un «intervento di manutenzione sulla Casa Bertoli, appartenente al compendio immobiliare a servizio del Centro archeologico di Aquileia».
«Considerato» di conseguenza «che anche nella realtà del Friuli Venezia Giulia è presente una pluralità di imprese edili dotate dei requisiti di qualificazione anche per il settore degli appalti relativi ai Beni culturali, quindi per l’effetto imprese destinatarie e beneficiarie del criterio ermeneutico del cosiddetto obbligo di rotazione, che caratterizza l’applicazione del Codice dei contratti pubblici», Pontarolo chiede alla fine di poter consultare «gli atti e provvedimenti relativi all’aggiudicazione dei contratti di interesse dello Stato già perfezionati con la appaltatrice Lepsa Srl, con riferimento ai lavori di somma urgenza alla stessa società affidati sui singoli beni di proprietà demaniale sopra meglio identificati».(pi.ra.)
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