I criteri per accedere ai contributi europei

Dei numerosi progetti candidati ai finanziamenti del Pisus, come abbiamo visto, molti sono diventati realtà, altri sono rimasti sulla carta. Ma come sono state determinate, e in base a quali criteri,...

Dei numerosi progetti candidati ai finanziamenti del Pisus, come abbiamo visto, molti sono diventati realtà, altri sono rimasti sulla carta. Ma come sono state determinate, e in base a quali criteri, le graduatorie che hanno portato poi all'assegnazione dei contributi? Come previsto dal bando, a giugno 2015 era stata fissata la scadenza per la presentazione delle domande da parte delle piccole e medie imprese interessate a partecipare. Per valutare domande e progetti è stata costituita un'apposita commissione mista formata da diversi membri, strettamente "tecnici" ed esperti in settori differenti: il presidente dell'organismo era il Comandante della Polizia locale Marco Muzzatti, affiancato dalla geometra Graziana Scomparin (istruttore tecnico), da Elena Fontanini (istruttore amministrativo e contabile), da Nicola Strizzolo (ricercatore ed esperto di marketing) e da Cristina Pozzo (esperta di piccole e medie imprese). Paola Magrin, dei Servizi per le Attività Produttive del Comune di Gorizia aveva infine la funzione di verbalizzante. Esclusi i progetti non ammissibili, la commissione ha poi messo in fila tutte le proposte, tenendo conto innanzitutto di alcune priorità, al di là dell'ordine cronologico di presentazione: per progetti a maggiore impatto occupazione, con tempi di realizzazione minori, e in grado di preservare gli edifici da recuperare. Il comitato tecnico ha poi lavorato attenendosi a tutta una serie di criteri previsti dal bando del Pisus, in base ai quali venivano assegnati a ciascun progetto punteggi precisi. Ad esempio la più robusta "fetta" di punti arrivava dal "Macrocriterio A": ben 20 punti andavano alle piccole e medie imprese che prevedevano di insediarsi ex novo all'interno dell'area Pisus di recente o prossima riqualificazione urbanistica. A scalare, un numero di punti inferiore toccava ad altri progetti, magari a quelli di realtà già operanti in centro. Questo, sostanzialmente, per favorire nuove aperture e il recupero di spazi oggi sfitti o degradati. Ancora, tra le tante voci, venivano premiate maggiormente il riutilizzo funzionale degli ambienti sfitti (5 punti), la rimozione di insegne, cartelli e dehors antiestetici o incongruenti con il contesto (4), la riqualificazione di aree private da adibire a uso pubblico per collegare le diverse zone Pisus (4).

Riproduzione riservata © Il Piccolo