«I due sessi sono radicati in natura»

«Mettere da parte la sessuazione sotto l’aspetto biologico e parlare di orientamento sessuale come libera scelta e autodeterminazione assoluta, equivale ad innescare una vera e propria bomba antropologica: significa cioè stravolgere l’umano condiviso». Così il neurochirurgo e neuropsichiatra Massimo Gandolfini, direttore del dipartimento di Neuroscienze di Brescia, intervenuto al secondo appuntamento con la Cattedra di San Giusto, organizzato dalla Diocesi di Trieste e incentrato sul tema della famiglia naturale e delle differenze tra uomo e donna analizzate dal punto di vista scientifico e biologico: una conferenza intitolata “Maschio e femmina li creò”, dalla citazione contenuta nel Libro della Genesi. Incontro moderato da Stefano Fontana, direttore del settimanale Vita Nuova, al quale è intervenuto anche il vescovo di Trieste monsignor Giampaolo Crepaldi e che si è sviluppato su un tema di grande attualità: a dimostrarlo la cornice affollatissima dell’appuntamento, nonché il robusto cordone di sicurezza approntato dalle forze dell’ordine all’esterno della Camera di Commercio, sede dell’evento. «I due sessi, maschile e femminile, sono radicati nella realtà biologica della specie umana e da essi derivano condotte sessuali coerenti e complementari - ha affermato Gandolfini -. Al contrario, la teoria di genere è una ideologia priva di ogni base scientifica: ed è proprio per questo che oggi si tenta di imporla attraverso leggi, programmi educativi ed azioni di propaganda ad hoc. Si sta dunque cercando di trasformare l’umanità nel mondo, attraverso una mentalità deviante che è più vicina di quanto possiamo pensare». Un ragionamento che parte dai fondamenti della scienza: «L’identità sessuata è determinata biologicamente e deriva dal termine latino “secto” che significa dividere, differenziare - ha spiegato Gandolfini -. Caratteristiche specifiche e particolari che prevedono la complementarietà e che derivano dal patrimonio genetico formato da una serie di cromosomi, ben 46, di cui due sessuali, vale a dire xy (maschio) e xx (femmina). Tutto questo è noto da tempo immemorabile, vale a dire dalla nascita della medicina: in tempi più recenti invece si è scoperto che il dimorfismo sessuale caratterizza tutto il nostro corpo e dunque anche il cervello. Ecco che allora si parla di cervello sessuato, sia dal punto di vista anatomico che funzionale». Dunque è fondamentale la distinzione tra sesso e genere. «Si tratta di due concetti non più coincidenti: si può appartenere ad un sesso, ma scegliere un genere diverso, modificabile in qualsiasi momento, ascrivibile a una situazione ambientale o relazionale e non ad un dato biologico e genetico - ha concluso Gandolfini -. Il grosso problema è che l’ideologia di genere (o del gender) sta soffocando la ragione su tesi non dimostrate: la sessualità è una realtà oggettiva ed è questa la colonna portante che oggi si cerca di abbattere». (p.p.)
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