I limiti dell’Inps e il “patto” ad hoc tra artigiani e medici di base
Le visite dei medici fiscali dell’Inps a Trieste sono in media tra le 200 e le 240 a settimana. Una quarantina al giorno, un trend che si dimezza nei fine settimana. I medici fiscali utilizzati per i controlli nella nostra provincia sono solo quattro. Le prime visite avvengono intorno alle 9 del mattino, quando scatta l’orario da rispettare per i dipendenti pubblici in malattia.
Ma c'è un limite oltre il quale questi controlli non possono arrivare, e che in territori come quelli di Trieste o Gorizia, si fa sentire. Ed è quello determinato dal confine: i medici Inps, infatti, non sono autorizzati a fare visite oltre confine, a carico di lavoratori transfrontalieri, quelli che, ad esempio hanno residenza in Slovenia, ma lavorano a Trieste. In città ditte artigiane, imprese edili e attività nel ramo assistenza anziani contano molti lavoratori con queste caratteristiche. Dall'Inps spiegano che «in quel caso per effettuare una visita medica bisogna passare attraverso il consolato. Probabilmente per un’azienda che ha dei sospetti sulla malafede di un lavoratore, in casi con queste caratteristiche, è più rapido e semplice affidarsi ad un'agenzia investigativa privata».
«I controlli per quanto riguarda le malattie sono insufficienti - osserva Enrico Eva, direttore di Confartigianato Trieste - e l'interruzione del sistema Savio dovuto all'intervento del Garante sulla privacy (ne riferiamo in basso, ndr), fa fare al nostro Paese tre passi indietro».
Confartigianato per sopperire alla carenza di controlli e dare garanzie alle imprese, ha stretto una collaborazione ad hoc con l’Ordine dei medici e il presidente Claudio Pandullo in prima persona. «Quando un’impresa ha il sospetto di una reiterazione “allegra” del certificato medico per un dipendente, - spiega Eva - viene in Confartigianato, ci dettaglia le circostanze e io segnalo la singola situazione a Pandullo, che poi la verifica con il medico di base di riferimento». Un sistema che sta dando ottimi risultati. Per Confartigianato, nel caso di lavoratori scorretti, è necessario «spostare l'attenzione sui medici di base, su chi rilascia i certificati di malattia». «Devono rilasciare il certificato dopo opportuna visita medica, operando con criteri di scienza e coscienza - osserva Eva - ricordando che quel lavoratore in malattia viene pagato dall'Inps o, a seconda del contratto, anche dall’impresa stessa. Vogliamo fare squadra anche con i medici di base». —
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