I maghi triestini dei “big data” che fanno vincere le grandi imprese

TRIESTE. Che i dati siano il nuovo petrolio è un mantra della nostra contemporaneità, che però nasconde un paradosso insidioso: l’oceano di dati in cui siamo immersi non si traduce sistematicamente in conoscenza. Perché ciò avvenga servono dei facilitatori, esperti nella scienza dei dati che con l’ausilio di sofisticate tecniche informatiche siano in grado di elaborare soluzioni per trasformare le informazioni in conoscenza.
É questa la mission di Plus, piccola azienda con sede in Area Science Park che dal 2011 opera nel settore della progettazione e sperimentazione industriale, focalizzandosi proprio sulla centralità del dato come vettore dell’informazione. I fondatori di Plus sono tre ingegneri - Federico Urban, Mauro Poian e Matteo Ledri che, grazie a precedenti esperienze lavorative, hanno sviluppato competenze nell’analisi dei dati che li hanno portati dalla progettazione reale, quella in cui le cose si toccano, a quella virtuale, tutta basata su simulazioni numeriche.
Proprio con metodi di progettazione virtuale Plus ha servito aziende come Electrolux, Fca e diversi team di Coppa America: gli svedesi di Artemis, gli inglesi di sir Ben Ainslie e, in quest’ultima edizione, in cui i test fisici sono addirittura banditi da regolamento, gli italiani di Luna Rossa.
«Sono esempi calzanti di un complesso sistema di progettazione che dev’essere immediatamente efficiente - evidenzia il Ceo di Plus, Federico Urban -. In quest’ultima edizione poi il regolamento vieta esplicitamente il confronto con la realtà fisica: tutto è simulato numericamente, dalla stabilità alla velocità delle imbarcazioni».
Plus si occupa di ideare strumenti che consentano di prendere decisioni in modo semplice e rapido: «Chiediamo alle aziende di fornirci i loro dati e di spiegarci che tipo di conoscenza vogliono ottenere e le integriamo progettando un’interfaccia che le aiuti a districarsi nella complessità del mondo dell’informazione, perché i dati non parlano se non vengono correttamente raccolti, assemblati e interrogati», spiega Urban.
Per farlo Plus utilizza tecniche di data mining, machine learning e complessi algoritmi. Negli ultimi anni si è espansa anche nel campo dell’intelligenza artificiale, con la realizzazione, per esempio, di chatbot per utilizzo industriale, che hanno trasformato gli assistenti intelligenti degli ingegneri in maggiordomi virtuali e la complessità dell’Information Technology in facilità e immediatezza della decisione. Cosa ci può essere infatti di più immediato e naturale di una macchina che parli la nostra lingua e che si possa interrogare come si fa con un umano? Plus è anche coinvolta in progetti co-finanziati come i Por-Fesr regionali.
Sta lavorando nell’ambito della Smart Health con due progetti: il primo, Natiinfvg, si basa sull’analisi del Dna prenatale per stimare eventuali difetti genetici del nascituro, mentre il secondo (Hpv Selfie), si occupa di diagnosticare la presenza del papilloma virus applicando metodi statistici evoluti. “Sono progetti decisamente sfidanti, che ci consentono di utilizzare tecniche che impieghiamo in ambito industriale in un settore completamente diverso, con ricadute importanti sulla salute pubblica”, dice il Ceo.
La sua squadra attualmente è composta da una decina di persone, a fronte di un fatturato che nel 2018 si è attestato sul mezzo milione di euro, con crescita annuale a doppia cifra e presenza sul mercato in una ventina di paesi del mondo. —
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