I percorsi studiati per i non vedenti vanno a sbattere contro aiuole e muri

Il dossier dell’Unione italiana ciechi ispira un’interrogazione in Consiglio comunale. Corso Verdi come una “trappola”



Segnaletica per i ciechi sistemata, quantomeno, alla carlona, tanto per usare un eufemismo e non calcare troppo la mano. Con i percorsi che finiscono contro il muro o contro le aiuole. Con il rischio, tutt’altro che remoto, che il povero non vedente si faccia anche male.

L’Unione italiana ciechi ha istituito un apposito “Ufficio autonomia” con lo scopo di dare alle amministrazioni comunali, ai tecnici in particolare, indicazioni omogenee in ambito nazionale al fine di favorire l’autonomia nella deambulazione dei ciechi e degli ipovedenti, attraverso una corretta e facilitante segnaletica sul piano calpestio dei marciapiedi.

Sin qui la premessa. Nello specifico entra, poi, Adriana Fasiolo, consigliere comunale del Pd e apprezzato medico di medicina generale. In un’interrogazione presentata nell’ultimo Consiglio comunale (prima che la seduta sfumasse per i noti accadimenti legati alle petizioni e alle mozioni), l’esponente di opposizione ha evidenziato la situazione, per certi versi, kafkiana della nostra città. E ha corredato le sue puntuali osservazioni con alcune fotografie che parlano da sole e che corredano questo nostro servizio. Entriamo nel dettaglio. Nella nostra città, in pieno centro, ovvero sul marciapiede dei giardini pubblici, le strisce per gli ipovedenti presentano un singolare percorso. «In un caso, anziché guidare il disabile in modo univoco verso via Dante, nell’attraversamento della stessa, deviano a sinistra, terminando sul cordolo di... un’aiuola. Analoga deviazione sul cordolo dell’aiuola in prossimità di via Petrarca», la sottolineatura del consigliere comunale. Che aggiunge: «Nell’attraversamento della via Dante, la striscia apposita anziché proseguire sul marciapiede di corso Verdi, indirizzando la persona a proseguire il cammino, termina contro il muro del primo edificio in cui ci si imbatte. Parimenti nell’attraversamento di via Petrarca la striscia termina contro il muro del Trgovski dom».

Non è tutto. Perché nell’attraversare le strisce pedonali da un lato all’altro sempre di corso Verdi, ovvero nei pressi della farmacia “Baldini”, la segnaletica orizzontale termina anche qui contro la vetrina della farmacia e dall’altro lato contro il muro dell’edificio della profumeria».

Fasiolo non se la sente di puntare il dito accusatore sugli uffici tecnici ma non manca di sottolineare quanto sia stata applicata una certa superficialità nella realizzazione dei percorsi. «Certamente - sottolinea - non vi era la volontà di chi ha eseguito i lavori di determinare cadute a terra o contusioni da impatto dei ciechi o ipovedenti contro i muri o contro le vetrine, ma è davvero curioso vi sia stata una tale negligenza nel collocare la segnaletica per i ciechi, chiaramente senza alcuna logica nel suo posizionamento».

Da qui, la richiesta che viene girata all’amministrazione comunale. «Chiediamo - evidenzia - se vi è intenzione di provvedere quanto prima al ripristino corretto della impropria indicazione orizzontale».

Il precursore dei percorsi tattilo-plantari nel mondo, e cioè le superfici in rilievo installate sul piano del calpestio per consentire ai non vedenti e ipovedenti di orientarsi, è stato probabilmente il Giappone. In Italia, negli anni ’90, a seguito di studi e sperimentazioni, sono stati depositati sei codici tattili che esprimevano sei diverse informazioni essenziali: il rettilineo, la svolta obbligata, attenzione/servizio, incrocio, pericolo valicabile e arresto/pericolo. Tale sistema, che veniva a riempire di contenuto pratico la normativa che imponeva di superare le barriere senso-percettive, si diffuse gradualmente, fino ad essere adottato nel primo decennio del nuovo secolo in centinaia di migliaia di luoghi e non soltanto in Italia. Nel 2010, a seguito di alcuni rilievi mossi dall’Unione italiana ciechi e ipovedenti, sono state apportate alcune modifiche del sistema: è stata aumentata l’altezza e la spaziatura di alcuni profili per renderli meglio percepibili e riconoscibili, ed è stato ideato un nuovo profilo per il codice di incrocio, per renderlo immediatamente identificabile con il bastone bianco. —



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