I privati ci riprovano con i 300 posti barca nell’area della Safica

GRADO. Il porto potrà ospitare complessivamente circa 300 imbarcazioni da 10-20 metri ubicato a ovest del ponte girevole. Un gruppo di privati a distanza di 12 anni dalla presentazione della prima istanza, intende assolutamente creare la marina con un investimento complessivo – interamente a carico degli stessi privati – di 4 milioni e 400 mila euro. La proposta proviene da uno dei due concorrenti che hanno presentato progetti per la realizzazione di questa struttura la quale in parte va a sistemare e regolamentare gli approdi esistenti, ampliandone poi il numero e realizzando servizi a terra. Si tratta della società mista, creata nel 2011, denominata “Porto San Piero”. La questione di quest’area che si trova davanti all’attuale Laguna Palace si trascina ormai da una dozzina di anni. L’area è conosciuta come porto della Safica in riferimento ai tempi passati quando al preesistente stabilimento conserviero si produceva ad esempio il tonno Nostromo.
Qualche anno fa, a soli quattro giorni dalla scelta di uno dei due progetti presentati che avrebbe dovuto portare avanti l’amministrazione Maricchio assieme agli altri componenti della Conferenza dei servizi, con la partecipazione di tutti i diretti interessati, per le autorizzazioni da rilasciare, lo stesso Comune presentò e approvò una variante con la quale veniva modificato tutto l’assetto dell’area. Con ciò rendendo inevitabilmente vani, e da rifare per adeguarli, i due progetti.
Immancabile il ricorso al Tar, il Tribunale amministrativo regionale, che per vari motivi bocciò la variante. Con l’iter a ripartire da capo. Oggi a quanto si sa i due progetti – naturalmente quelli originari poiché le modifiche apportate a seguito della variante bocciata dal Tar non sono più necessarie – sono al vaglio dei responsabili del demanio regionale. La creazione del nuovo porto comporterebbe evidentemente un maggiore introito in termini di canoni demaniali.
Al di là della scelta tra i due progetti, quello di “Porto San Piero” o di “Marina di Grado”, importante è che si arrivi al dunque. Di anni del resto ne sono passati senza un risultato.
Di esempi a Grado, in fatto di opere incompiute, ce ne sono diversi, dall’incredibile vicenda del Museo del Mare a Villa Ostende, alla Casa protetta di riva Bersaglieri, per citarne alcuni. Far passare tanto tempo significa tra l’altro far perdere soldi e voglia di investire nei privati, senza creare alcunchè, anche se si tratta di opere che potrebbero contribuire allo sviluppo turistico della città.
Il progetto di “Porto San Piero”, secondo i proponenti, potrebbe portare a Grado circa 3-4.000 diportisti, creando altresì una ventina di posti di lavoro. C’è peraltro da rilevare che l’80% dei diportisti che frequentato i porti nautici dell’Alto Adriatico sono austriaci. Ospiti molto affezionati a Grado e che frequentano tutte le attività locali, a iniziare dai ristoranti. Ecco perché i responsabili di “Porto San Piero” chiedono oltre al sostegno dell’attuale amministrazione comunale, anche quello di operatori, ristoratori, albergatori, commercianti e pubblici esercenti.
Assieme ai circa 300 ormeggi per barche da 10-20 metri, sono previsti vari servizi a terra organizzati in una bassa struttura che verrebbe creata nell’area parcheggio. Parliamo ad esempio di un piccolo punto ristoro con lavanderia, di prodotti farmaceutici da banco e di altri servizi legati strettamente alla nautica.
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