I privati ostaggio dei rifiuti Non multabile l’abbandono

Immondizie abusive lasciate negli spazi condominiali dove il Comune ha deciso di far spostare i cassonetti di pertinenza. In via Romana spuntano le telecamere
Di Laura Borsani
Bonaventura Monfalcone--foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone--foto di Katia Bonaventura

Arrivano i vigili stagionali in supporto alla Polizia locale per il contrasto dell’abbandono dei rifiuti, ma le multe, peraltro piuttosto salate, portate fino a un massimo di 600 euro, nei confronti dei trasgressori non valgono quando le immondizie finiscono nelle pertinenze private. Perché la Municipale non ha potere di intervento. Il tutto proprio nel momento in cui è in corso la riorganizzazione della dislocazione dei cassonetti condominiali, che prevede lo spostamento dei contenitori, laddove è possibile, nelle aree private.

L’obiettivo dell’amministrazione è chiaro volendo abbattere il fenomeno degli abbandoni: dai 450 punti in cui i cassonetti erano posizionati in tutta la città sulle aree in concessione pubblica, si punta a portarli a 150. E attualmente siamo a quota 280.

Insomma, sembra quasi una sorta di paradosso: laddove si rinnova il giro di vite con il potenziamento dei controlli e la drastica diminuzione dei cassonetti posti sulla pubblica via per sottrarre potenziali “ricettacoli” di abbandoni, il problema rischia di spostarsi nelle aree private. E la Polizia locale ha le mani legate, considerando che la normativa non dà loro potere di intervento. In questo caso, infatti, si procede con la denuncia, comunque più grave, per violazione di proprietà privata, da parte dei cittadini colpiti. Con ciò comportando evidenti spese e lunghi tempi giudiziari.

Un problema segnalato dai cittadini, preoccupati dal fatto che le pertinenze private si possano trasformare a loro volta in ricettacoli di accumuli abusivi.

È già accaduto, nella zona di via Romana. Il caso riguarda un condominio dotato di cassonetti interni, dove pressochè quoditianamente vengono scaricati i sacchi. Avviene, per lo più, in momenti precisi della giornata, di primissimo mattino oppure nelle ore serali. I condòmini hanno provveduto anche a installare le telecamere, che hanno peraltro già “immortalato” alcuni trasgressori. Non solo. Di fronte al reiterato abbandono di rifiuti, i condòmini hanno aperto uno dei sacchi abusivi ed è saltata fuori una bolletta con tanto di nominativo e indirizzo. Chiamati gli agenti della Municipale, è stata spiegata l’impossibilità di procedere con la sanzione.

C’è anche chi si è trovato ad assistere all’arrivo di un passante che, con estrema indifferenza, ha lanciato il proprio sacco di rifiuti nel suo giardino. Colto sul fatto dallo stesso proprietario, quantomeno s’è dovuto riprendere la propria immondizia. Né mancano altri scenari. Persone che, senza colpo ferire, lanciano in corsa dalla vettura i propri materiali, scegliendo in particolare le zone periferiche e più appartate. Il risultato è che rifiuto chiama rifiuto, fino a diventare una vera e propria discarica a cielo aperto. Le immondizie finiscono anche per “emigrare” verso Trieste.

È un po’ come il cane che si morde la coda, di fronte ad un fenomeno che si fa beffa non solo delle regole e del senso civico, ma anche del rispetto nei confronti dei tanti cittadini che invece seguono correttamente la raccolta differenziata. L’amministrazione comunale ha messo in campo le sue misure per tutelare le aree pubbliche cittadine, al fine di garantire il decoro e la pulizia, chiamando contestualmente in causa la collaborazione dei cittadini, tenuti a farsi carico della cura dei cassonetti in dotazione e dei relativi spazi. Ma evidentemente per gli incivili irriducibili vale sempre una sola logica: educazione e responsabilità queste sconosciute.

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