I residenti difendono la chiesa “allagata”

A San Giovanni in Tuba entra l’acqua del Timavo. Gli abitanti: «Deve restare così. È la sua peculiarità»

DUINO AURISINA. Per alcuni rappresenta un problema che, alla lunga, potrebbe rovinare gli splendidi mosaici che formano il pavimento dietro l’altare. Per gran parte dei residenti del Villaggio del pescatore invece si tratta di una straordinaria e unica caratteristica della loro chiesa più antica, che va esaltata come elemento capace di distinguerla da tutte le altre.

È diventato motivo di discussione fra la gente il fenomeno che vede l’acqua del Timavo, soprattutto quando piove parecchio (come in questi giorni), entrare nella chiesa di San Giovanni in Tuba, alle porte di Duino, e correre dietro all’altare, per uscire dall’altro lato. Il problema è stato segnalato da visitatori che, ammirati dalla bellezza della costruzione che risale alla prima metà del 1400, hanno valutato il danno potenziale che l’acqua potrebbe determinare sui mosaici del pavimento.

«In effetti – spiega don Fabio, parroco della chiesa dedicata a San Marco, al Villaggio del Pescatore, nella cui giurisdizione rientra anche San Giovanni in Tuba – il problema esiste, in quanto alla lunga la presenza dell’acqua potrebbe provocare conseguenze. Ma in questo momento la Diocesi di Gorizia, competente per territorio – aggiunge – non ha certamente le risorse finanziarie per effettuare l’intervento necessario per evitare che le acque delle vicine foci del Timavo possano entrare in chiesa». «Quella chiesa è sempre stata attraversata dall’acqua – replicano i residenti – ed è unica per questo. È uno dei motivi per i quali i turisti si fermano per visitarla».

San Giovanni in Tuba costituisce un notevole esempio di stile gotico e fu costruita per volere dei conti di Walsee, signori di Duino, tra il 1399 e il 1472. Nello stesso suggestivo sito, in vicinanza delle risorgive del Timavo, in precedenza si trovava un tempio pagano che andò in rovina e al suo posto sorse una basilica paleocristiana i cui resti sono conservati nel presbiterio della chiesa attuale. Altri lavori di restauro furono eseguiti nel 1519 da Giovanni Hoffer, Capitano di Duino, mentre il campanile fu ultimato nel 1642. Il toponimo “Tuba” deriva forse da “tumba”, in considerazione delle lapidi rinvenute presso il sito, o dal vocabolo latino “tuba” che designa un condotto naturale o artificiale delle acque in relazione al vicino fiume sotterraneo. D’estate, la chiesa è spesso teatro di concerti all’aperto.

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