I sindacati di A2A: il piano tutto carbone è l’unico sostenibile

Quello di A2A è l’unico progetto sostenibile per la centrale elettrica di Monfalcone ed è anche la sola strada per garantire oltre che l’ammodernamento dell’impianto, con conseguenti miglioramenti per l’ambiente, anche un futuro industriale e occupazionale.
Mercoledì sera, a poco più di un’ora di distanza, dopo l’allarme ambientale con l’ultimatum lanciato dal Comitato rione Enel, nella stessa aula del consiglio comunale la pozizione dei sindacati che hanno presentato ai consiglieri comunali un documento unitario in appoggio al progetto di ristrutturazione presentato da A2a per la centrale di Monfalcone con l’utilizzo del «carbone ipercritico» (cosiddetto pulito) e che prevede il rimodernamento completo degli impianti.
La Filctem-Cgil con il segretario Andrea Modotto, la Flai-Cisl con Luigi Sedran e la Uilcem-Uil con Bernardo Princich hanno ripresentato il documento unitario elaborato da tempo che sostiene il progetto della multiutility per la centrale, una posizione che ieri ha visto l’appoggio pure dell’Ugl rappresentata da un componente delle Rsu, Marega.
«Crediamo che questo investimento sia necessario per il futuro della centrale e per la produzione, altrimenti l’impianto sarà chiuso - spiega Modotto - perchè gli impianti sono obsoleti. Non è sufficiente parlare di lavori di miglioria, si tratta di impianti troppo vecchi, è come investire su motori arrivati a fine vita. Ed è anche l’unica strada per avere tutte le garanzie di sostenibilità ambientale». Il segretario della Filtcem-Cgil è molto pragmatico: «L’impianto A2A è già a carbone e il progetto prevede la realizzazione di un nuovo sistema per il carbone utilizzando le migliori tecnologie disponibili sul mercato, sicuramente risulterà meno inquinante di adesso. Se vogliamo aveve poi garanzie occupazionali e industriali questo è l’unico progetto economicamente sostenibile. Ma soprattutto - insiste - al consiglio abbiamo fatto presente, se qualcuno non se ne fosse accorto, che il vecchio protocollo prevedeva che l’impianto a carbone restasse in esercizio e che fosse aggiunto un nuovo sistema per il ciclo combinato a metano».
Una tesi e una posizione nota e già illustrata dagli stessi sindacati in un recente convegno dedicato proprio al progetto industriale di A2A e proprio in quell’occasione è stato stilato un documento congiunto che è stato ripresentato mercoledì sera in aula del Consiglio comunale in cui si spiega che bisogna da una parte garantire la redditività alla società e dall’altra il futuro occupazionale e industriale.
«Sono convinto pure io che il carbone non è il futuro, ma si tratta di una visione a lungo termine - dice Modotto - ma a medio termine è l’unica strata realistica per produrre energia elettrica in Italia dove parlare di fonti rinnovabili è ancora un’utopia. Il progetto di A2A è sostenibile anche se vogliamo guardare all’occupazione: attualmente la centrale dà lavoro a 160 persone più altrettante nell’indotto. Ma in futuro con gli impianti ancor più complicati potrebbe essere necessario aumentare anche il livello degli occupati».
Ieri sera in Consiglio è proseguita la maratona di approfondimento sul progetto della centrale di A2A con la seduta dedicata alle discussioni da parte degli stessi consiglieri.
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