Il 30 dicembre ci fu una manifestazione del coordinamento 9 dicembre

Nei giorni scorsi, il 30 dicembre, c’era stato un sit-in davanti alla sede di Equitalia da parte del coordinamento 9 dicembre. Onde evitare equivoci e contestazioni, chiariamo subito che non c’è...

Nei giorni scorsi, il 30 dicembre, c’era stato un sit-in davanti alla sede di Equitalia da parte del coordinamento 9 dicembre. Onde evitare equivoci e contestazioni, chiariamo subito che non c’è alcun riferimento fra il pacco recapitato alla società di riscossione crediti con una pallottola all’interno e la manifestazione dei cittadini: a escludere connessioni le stesse forze di polizia.

Nel corso della manifestazione, una trentina di persone, guardate a vista da un notevole apparato di sicurezza (polizia, digos, carabinieri, guardia di finanza, vigili urbani), manifestò contro la società pubblica (51% Agenzia delle Entrate, 49% Inps) incaricata della riscossione dei tributi su tutto il territorio italiano, ad eccezione della Sicilia. «Una società che, a nostro parere, è illegale. Bisogna chiuderla», disse allora Annamaria Morelli, portavoce del comitato. I manifestanti appesero ad uno degli alberi del viale un pupazzo tricolore che simulava l'impiccagione e «la condizione di noi cittadini-sudditi alle prese con Equitalia». «Siamo pacifici ma rivoluzionari, non siamo né di destra né di sinistra, siamo cittadini italiani. L'unico simbolo che ci rappresenta è il tricolore, perché amiamo il nostro Paese e qui vogliamo rimanere ma non riconosciamo questo Governo che è anche illegittimo e non fa nulla per i suoi cittadini onesti, anzi favorisce e aiuta solo i corrotti e i delinquenti», la loro sottolineatura. Non tenere le definizioni rivolte a chi lavora ad Equitalia, definito «un esattore privo di scrupoli che aiuta uno Stato inetto. Rivendichiamo la nostra dignità», le parole scandite in quella occasione.

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