Il 94% dei triestini conosce almeno una lingua straniera

Trieste è la patria del multilinguismo e i suoi abitanti sono perfettamente consapevoli di quanto questa sua peculiarità vada preservata e valorizzata. È quanto emerge da un sondaggio realizzato dall’istituto di ricerche Eurispes in collaborazione con Commissione Europea, Comune e Università e presentato ieri in una conferenza stampa cui hanno partecipato tra gli altri Marco Ricceri (Eurispes), Raphael Gallus (Commissione Europea–Dg traduzione) e per il Comune il vicesindaco Fabiana Martini, la direttrice del servizio comunicazione Maila Zarattini e la direttrice del servizio bibliotecario urbano Bianca Cuderi.
Stando al sondaggio, diffuso principalmente attraverso la rete di biblioteche civiche e basato su 846 questionari compilati, il 93,8% degli intervistati dichiara di conoscere almeno una lingua straniera. Tra questi il 24,9% afferma di conoscerne una, il 28,3% due, il 23,5% tre e il 23,2% quattro. L’inglese è in testa, con il 95,8% d’intervistati che dichiara di conoscerlo, seguito da francese (41,4%), tedesco (35,8%) e spagnolo (35,3%). Tra le lingue slave al primo posto lo sloveno (16,9%), seguito da croato (11,6%) e serbo (7,5%). A possedere una marcia in più sono le donne: il 27% delle triestine sostiene di parlare tre lingue. E a riprova di come la necessità aguzzi l’ingegno, ma anche di quanto conti il fattore generazionale, sono le persone in cerca di occupazione o con lavoro precariole più attrezzate in quest’ambito: a conoscere almeno una lingua straniera è il 100% dei ragazzi in cerca di prima occupazione, il 95,9% di chi cerca un lavoro e il 91,1% di chi già un lavoro ce l’ha. E i pensionati? L’80,5% dichiara di conoscere almeno una lingua estera.
Fanno riflettere invece i dati relativi alla modalità d’apprendimento delle lingue: solo il 46,8% dichiara di aver appreso la lingua straniera che conosce meglio a scuola, mentre il 16,6% afferma di averla imparata con soggiorni all’estero, il 13,2% tramite corsi extrascolastici e il 13,1% da autodidatta. La scuola pare rappresentare un punto debole nel processo di apprendimento: il 35,6% degli intervistati attribuisce all’inefficacia del sistema scolastico la propria incapacità di sostenere una conversazione in una lingua estera. Dal sondaggio emerge inoltre una diffusa consapevolezza dell’importanza delle lingue straniere: la quasi totalità degli intervistati dichiara un forte interesse nell’apprendere nuove lingue.
Un altro dato inedito riguarda il ruolo delle biblioteche nell’apprendimento linguistico: il 91,3% degli operatori delle biblioteche civiche dichiara di ricevere richieste di consultazione di materiali in lingua straniera o d’informazioni relative a corsi e scambi culturali con l’estero, mentre il 30,4% degli utenti afferma di svolgere o aver svolto corsi di lingue o di cultura generale organizzati dalle biblioteche stesse. Dai risultati del sondaggio emerge come le biblioteche triestine si siano trasformate sempre più in centri polivalenti e multifunzionali. Anche per gli immigrati la biblioteca rappresenta un punto di riferimento: ad essa ci si rivolge per ottenere quelle informazioni utili a rendere più agevole l’accesso ad altri servizi pubblici. Le loro richieste riguardano infatti per il 21,74% la disponibilità di documentazione sulla permanenza in Italia, per il 21,74% informazioni sui corsi di lingua italiana e per il 52,17% informazioni sui servizi offerti dal Comune o dalla struttura. Punto dolente invece la conoscenza dell’Ue: l’80% degli intervistati dichiara di non conoscere iniziative e programmi comunitari.
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