Il bacino di carenaggio del cantiere di Cherso dopo 107 anni si ferma

/ FIUME

Dopo 107 anni di onorata carriera, il bacino di carenaggio situato nel cantiere navale di Cherso e meglio noto come dock 9, è stato messo fuori servizio, con il ministero croato della Cultura che ha voluto proclamarlo bene tutelato provvisorio fino al 2024. Sarà l’anno in cui sarà deciso lo status permanente di questa struttura che molto probabilmente verrà inserita nel Registro nazionale dei beni culturali.

La cosa non deve stupire: il dock chersino, presente nello stabilimento isolano dal 1983, era stato costruito nel 1913 a Pola quale dock E, ovvero adibito a lavori di riparazione, manutenzione e raddobbo di cacciatorpediniere. Durante la sua permanenza nel porto polesano, il bacino ospitò sommergibili e navi da guerra di piccole dimensioni. Si ha ragione di credere che il dock 9 sia l’unica struttura austroungarica di questo genere ancora presente non solo in Croazia, ma in tutto il mondo. Un tanto rende l’idea di quanto sia prezioso dal punto di vista storico, importanza che le autorità chersine hanno l’intenzione di valorizzare. La struttura galleggiante è lunga 107 metri, larga fino a 16 metri e mezzo, con una portata di circa mille tonnellate. Dal 1945 venne utilizzato nel porto montenegrino di Teodo (Tivat) quale dock della Marina militare jugoslava.

Poi 37 anni fa fu trainato nel cantiere navale di Lussinpiccolo e qui sottoposto ad una serie di interventi e riparazioni, dopo di che fu sistemato nello stabilimento di Cherso. Da allora nel suo ventre sono state sistemate 400 unità e precisamente 92 pescherecci, 61 yacht, 52 mercantili, 42 navi passeggeri, 38 traghetti e 31 velieri, più un centinaio di imbarcazioni di vario tipo. La prima commessa riguardò il ferry Kalmar della fiumana Jadrolinija, l’ultima ha visto la riparazione della nave scuola Vila Velebita II, di proprietà del Nautico di Buccari. –

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