Il bando “impossibile” per la Biblioteca civica

Appalto da 2 milioni per il restauro di palazzo Biserini in piazza Hortis Ma le nuove norme sui criteri ambientali escludono tutte le aziende triestine
Di Massimo Greco
Lasorte Trieste 22/03/14 - Donato Riccesi
Lasorte Trieste 22/03/14 - Donato Riccesi

Sotto l’acronimo “Cam” c’è persino, con sedi a Firenze e a Ferrara, un “centro ascolto uomini maltrattanti”. Ma nel nostro caso si tratta di un meno inquietante “Criteri ambientali minimi”, che merita comunque di essere approfondito perchè sta alterando umore e sonno di numerosi imprenditori del problematico comparto edile-costruzioni.

Al centro del noir c’è palazzo Biserini, l’edificio realizzato tra la fine del ’700 e l’inizio dell’800 in quella che allora si chiamava piazza Lipsia e che poi venne redenta dal nome di Attilio Hortis: uno stabile la cui storia si identifica per larga parte con l’accoglienza della Biblioteca civica e delle altrettanto civiche raccolte di storia naturale. Il Comune ha finalmente trovato i mezzi per proseguire con la riqualificazione dell’edificio, puntando 2 milioni di euro sulla ristrutturazione del piano terra, dove tra l’altro ha sede l’emeroteca. Il tempo di realizzazione è di 480 giorni, più o meno 16 mesi. Il relativo bando è stato pubblicato il 15 novembre e scadrà alle ore 12.30 il 16 dicembre prossimo venturo. Come “chip” per mettersi al tavolo, una garanzia da 41 mila euro.

Ma proprio nelle pieghe della documentazione di gara alligna una delicata questione, su cui uffici comunali e Ance triestina (l’associazione imprenditoriale di edili e costruttori) si stanno confrontando. Una delle numerose dispute causate dall’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti. A pagina 10 del disciplinare si citano alcuni requisiti indispensabili in materia ambientale per partecipare alla procedura ristretta, da cui uscirà l’aggiudicatario dell’interessante opera: trattasi della registrazione Emas oppure di una certificazione ISO14001 oppure di «altre prove relative a misure equivalenti in materia di gestione ambientale».

Ance Trieste, con il presidente Donato Riccesi e il direttore Fabio Millevoi, ha immediatamente alzato le orecchie, perchè questa tipologia di certificazioni - sostengono - è assai rara nei curricula aziendali a livello regionale e di fatto assente a livello territoriale. E finora non sarebbe stata richiesta da nessuna altra stazione appaltante giulio-friulana. Non solo: il riferimento ad «altre prove» - a giudizio dell’Ance - lascerebbe campo a interminabili contenziosi tra le aziende concorrenti, in quanto le escluse, a fronte della discrezionalità praticata dalla pubblica amministrazione nella valutazione delle «prove», impugnerebbero a raffica gli esiti delle gare. Ance è preoccupata perchè l’adozione di questi criteri selettivi da parte del Comune su ogni appalto renderebbe praticamente impossibile la partecipazione delle aziende triestine, con l’ulteriore colpo di grazia al febbricitante settore.

Il direttore dei Lavori Pubblici comunali, Enrico Conte, non è d’accordo con questa chiave interpretativa: «Qui non è in ballo un nostro puntiglio, ma l’applicazione delle norme contenute nel nuovo Codice degli appalti (decreto legislativo 50/2016, ndr)». Nella fattispecie il richiamo riguarda l’articolo 34 dedicati ai “criteri di sostenibilità energetica e ambientale”, che al comma 1 prevede «l’inserimento, nella documentazione progettuale e di gara, almeno delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenuti nei criteri ambientali minimi adottati con decreto del ministro dell’Ambiente ...».

Il legislatore - argomenta Conte - ha inteso recepire i temi della “green economy” e ritiene che le imprese costruttrici debbano essere rispettose della qualità ambientale. Ma per non penalizzare le aziende prive delle certificazioni prima citate - annota Conte, che sulla vicenda ha relazionato al segretario generale Santi Terranova - si adotteranno modalità selettive all’insegna della ragionevolezza, come dimostra il ricorso alla procedura ristretta. Si aggiudicherà in base all’offerta economicamente più vantaggiosa, con un massimale di 67 punti per la parte tecnica e di 33 punti per la combinazione prezzo/tempi di esecuzione. Saranno invitati venti operatori.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo