Il bassorilievo del ponte dei mendicanti e il Leone alato trovano casa alla Rocca

I reperti veneziani recuperati dal degrado ed esposti alla mostra in Galleria, fruibili al pubblico come altre testimonianze 

la valorizzazione

La città si riappropria della sua identità storica. Il nuovo passo è quello di recuperare i reperti dal degrado restituendone il valore artistico e simbolico. Come il Leone alato mutilo ed il bassorilievo del ponte dei mendicanti. Opere che testimoniano il legame di Monfalcone alla Serenissima e sono state esposte alla mostra dedicata a Venezia e al Patriarcato allestita alla Galleria di piazza Cavour, conclusasi ieri all’insegna di oltre tremila visitatori.

Non torneranno nell’oblio, lasciati in un magazzino. I due pezzi identitari troveranno una prima collocazione, all’interno della Rocca, visibili al pubblico. Il Leone alato mutilo, cioè danneggiato nel 1910 dagli austriaci poiché considerato segno di italianità, era stato rinvenuto nel cortiletto retrostante il Palaveneto, dove avrebbe dovuto sorgere un lapidario. Con il restauro ha riacquistato il splendore. Così è stato per il bassorilievo del ponte dei mendicanti, sul quale spicca l’iscrizione ripristinata. La loro destinazione è la Rocca, ma l’idea dell’amministrazione comunale è quella di posizionarle in specifici punti della città, valorizzandoli ulteriormente, inseriti nel contesto urbano.

Il tutto rientra in un’operazione complessiva di recupero dei reperti, per abbellire e arricchire la città. La linea è quella di riqualificare Monfalcone valorizzandone la storia “raccontata” da una nutrita presenza di testimonianze. E tra queste anche quelle legate al periodo di appartenenza alla Repubblica di Venezia, di cui quest’anno ricorrono i 600 anni. Un’azione che si innesta nell’ambito del progetto di rigenerazione dell’area del centro, improntato anche al rilancio turistico. «L’obiettivo che ci poniamo – ha spiegato il sindaco Anna Maria Cisint – è di non disperdere questo patrimonio e renderlo disponibile alla visione dei cittadini e di chi viene in città, in quanto parte della nostra storia. Nei prossimi giorni attiveremo le procedure per collocare il Leone veneziano ed il bassorilievo del ponte dei mendicanti all’interno della Rocca, che attrae sempre più numerosi visitatori». Il sindaco ha quindi aggiunto: «Questi pezzi potrebbero tuttavia ben essere inquadrati nella rigenerazione dell’area urbana attorno a piazza della Repubblica, di cui siamo nella fase di progettazione, e il bassorilievo in particolare potrebbe essere elemento di riferimento del percorso della roggia, che era scavalcata dall’antico ponte in cui convenivano i poveri per l’elemosina».

Reperti, dunque, di valore storico e affettivo. Tra le opere da risistemare c’è una lapide risalente al 1720 che celebra l’istituzione dell’archivio comunale. Riporta il disegno del falco poggiato sulla collina, che appare per la prima volta nel libro dei verbali del consiglio del 1615, diventato il simbolo della città. «La collocazione della lapide del Settecento – osserva Cisint – è certamente quella delal facciata della biblioteca, dove è collocato l’archivio municipale».

I documenti selezionati dall’archivio comunale, esposti alla mostra in Galleria, tra cui i vecchi statuti comunali e atti del podestà, nonché verbali del consiglio comunale a partire dal 1600 e pergamene riguardanti ingiunzioni e contese, si intendono mantenere visibili al pubblico: «Anche in biblioteca vogliamo conservare alla visione dei cittadini questi importanti documenti – ha affermato il sindaco – che mostrano l’importanza strategica di Monfalcone sia nel periodo patriarcale, sia durante la Repubblica di Venezia. Furono recuperati dal macero nel 1864 e rappresentano le fonti da cui emerge una realtà profondamente religiosa, con una vita commerciale e portuale già allora molto intensa, con la cura dei propri edifici».—

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