Il bicchiere in “privata” a rischio estinzione

RONCHI
Senza il caffè mattutino, certo. Senza l’aperitivo prima di cena, ci mancherebbe. Ma c’è un altro elemento che, nella Bisiacaria, manca di sicuro. Il bicchiere di vino sorseggiato, magari con gli amici, in “privata”. Non sarà la fine del mondo, diranno in molti, di fronte all’emergenza che stiamo vivendo, di fronte alle terapie intensive al collasso e ai numerosi decessi. Ma è pur sempre un elemento che manca nella quotidianità degli abitanti del Territorio. Sabato arriverà la primavera, poi il periodo pasquale ed è proprio in questa parte dell’anno che, nella normalità, avremmo potuto assistere all’apertura delle “private”, al rifiorire delle frasche, ai tavoli imbanditi magari con qualcuno che taglia il salame, ai pomeriggi all’aria aperta con in mano il bicchiere di rosso, di bianco o di rosato. Ma non sarà così e chissà quando, anche qui, potremmo tornare alla normalità. Ad assaporare anche queste piccole gioie della nostra vita. «Non apriamo, non possiamo farlo ed è anche questo è il rispetto delle regole. Ma vivo questo momento con grande tristezza – afferma Fulvio Boscarol, titolare dell’azienda agricola di famiglia che ha sede nel rione di Selz a Ronchi dei Legionari – perché questa è una tradizione della nostra terra, un luogo irrinunciabile per molte persone. Ha iniziato a lavorare i campi mio nonno, poi mio padre, Giordano, ha aperto la prima “privata” ed io ho ripercorso la loro storia ed ho rinnovato le loro azioni e la voglia di valorizzare il prodotto della terra. Oggi è dura pensare quando potremmo riaprire e, va detto, senza questa ritualità le aziende come la mia o le tante aziende familiari che ancora resistono non potranno incassare e, quindi, faranno fatica a vivere di quello che è il loro lavoro. Qualcuno di noi, in questi anni, si è evoluto, ha cambiato un po’ rotta, ma le “private” rimangono sempre non solo una tradizione per la gente, ma anche l’unica occasione – conclude Boscarol – per vivere del duro lavoro nei campi». Il vino, da sempre, costituisce non solo un importante elemento dell’alimentazione dell’uomo, ma anche una sorta di fedele compagno di viaggio dell’uomo nella storia. Lo è nella Bisiacaria dove la vite fu introdotta in tempi antichissimi e da quel momento influenzò in diverso modo l’esistenza di tutti gli abitanti di questa zona. È qui che, ancora oggi, si trovano le “private”, ovvero quei luoghi, sede di tante aziende agricole della zona, dove, in un certo periodo limitato dell’anno, approssimativamente per un mese, viene venduto il vino di produzione propria. Una tradizione che trova radici lontane e resiste all’usura del tempo. Un tempo che, però, anche qui si è fermato. In “privata” si va per bere un bicchiere di vino, magari anche due, gustare un uovo sodo, ma anche per socializzare, per trovare gli amici, un tempo, oggi decisamente molto meno, anche per giocare a morra o cantare. Ma quando, anche qui, potremo tornarci? —
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