Il camionista in arresto per omicidio colposo

Interrogato a lungo dagli agenti ai quali ha spiegato di avere sbagliato direzione Un amico di Bianchi: i viaggi erano una sua passione, stava andando in Polonia

Interrogato e dopo qualche ora accompagnato in carcere. In arresto, come prevede in queste circostanze il codice della strada sloveno.

L’accusa a carico dell’autista polacco, che si trovava alla guida del camion che l’altra mattina ha innescato il tragico incidente costato la vita a Giorgio Strazzeri e Ranieri Bianchi, è quella di omicidio colposo. L’uomo, durante l’interrogatorio che si è svolto negli uffici di polizia, ha spiegato agli agenti di avere semplicemente sbagliato strada. Così anziché proseguire il viaggio per qualche chilometro nella direzione sbagliata e lasciare l’autostrada alla successiva uscita per poi rientrarvi, ha preferito innestare la retromarcia, dare gas e cercare di percorrere quei duecento metri all’indietro che servivano per arrivare fino allo svincolo giusto, quello per l’Ungheria. Una manovra vietata. E dalle conseguenze rivelatesi fatali.

«Della tragedia mi ha avvertito la moglie stamane, mentre andava in Slovenia per le tristi incombenze di questi casi» raccontava ieri sera, raggiunto al telefono, un amico di famiglia di Ranieri Bianchi, Mauro, anche lui residente a Trieste.

«Amava molto viaggiare e lo faceva appena poteva. In questa circostanza, con il compagno di viaggio ieri si stava dirigendo in Polonia» spiega con inflessione triste l’uomo, che assieme all’amico scomparso aveva condiviso appena lo scorso febbraio un viaggio in India: «Era stato molto bello, un’esperienza molto positiva».

«Ranieri aveva lavorato al Lloyd Triestino per molti anni e in seguito in un’altra società, sempre legata al porto di Trieste. Infine era andato in pensione quattordici anni fa, e aveva potuto avere del tempo a disposizione per il suo hobby. Io e la mia famiglia - conclude l’uomo - siamo vicini alla moglie e alla figlia».

In via Capitolina, di fronte all’abitazione della famiglia Bianchi, alla notizia della sciagura stradale un giovane inquilino resta smarrito. «Lo conoscevo appena - racconta sorpreso - ma era certo una brava persona, ci salutavamo quando ci incrociavamo».

La tragica notizia ha destato sgomento anche a San Giuseppe della Chiusa, dove Strazzeri risiedeva. Informata dell’accaduto, Fulvia Premolin, sindaco di San Dorligo della Valle-Dolina, il Comune nel quale ricade la frazione, ha affermato: «Esprimo vicinanza alla famiglia in questo momento difficile. Ci mettiamo a disposizione - ha aggiunto il primo cittadino - per qualsiasi necessità potessero avere i familiari. La strada ha preteso già la seconda vittima residente nel nostro Comune in pochi mesi: la precedente abitava in località Crogole».

Il riferimento del primo cittadino di San Dorligo della Valle è al tragico incidente avvenuto il 25 febbraio scorso in via Svevo, nella galleria all’altezza del centro commerciale Torri d’Europa, e a seguito del quale era deceduto Gian Franco Zonca, che in sella al suo scooter non era riuscito a evitare l’impatto con un pedone il quale stava attraversando la strada dentro il breve tunnel.

(red.cr.)

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