Il Cantiere Alto Adriatico si allarga e “diversifica”

Si sposta in un nuovo sito l’impresa che raccoglie gli ultimi maestri d’ascia e che ha interpretato con innovazioni sul legno i progetti di Carlo Sciarrelli
Di Giulio Garau

Il prestigioso Cantiere Alto Adriatico che a Monfalcone prosegue con criteri innovativi l’arte dei maestri d’ascia realizzando barche esclusivamente in legno nella tradizione dei progetti di Carlo Sciarrelli, si prepara a nuove sfide con l’allargamento dell’attività e, per contrastare la crisi che ha pesato notevolmente sul settore nautico, la diversificazione.

La società opera al Lisert nel cuore del polo nautico con una decina di dipendenti ed è sistemata all’interno di un capannone dell’Ocean, ma a breve dovrebbe spostarsi di fronte, sull’altro versante del canale Est-Ovest. Il sito è quello del Consorzio Terme Romane, un altro cantiere di rimessaggio che si occupa di imbarcazioni tradizionali, sia a vela che a motore, e il Cantiere Alto Adriatico, che già collaborava con l’impresa, si è resa disponibile a mantenere la produzione e a trovare sinergie con le attività artigianali del comprensorio.

Una decisione giunta per fronteggiare la crisi e l’unica soluzione è fare sinergie tra realtà dello stesso settore per fare maggiore massa critica. Il cantiere del Consorzio Terme Romane si trova appunto poco dopo le stesse terme e poco prima delle aree abbandonate dell’Eurogroup e all’esterno campeggia già l’insegna del cantiere.

Una scelta strategica quella del Cantiere Alto Adriatico che in realtà non ave va previsto questo tipo di insediamento in un capannone che ospita attività già avviate. Inizialmente infatti l’ipotesi era quella di realizzare un capannone ex novo a poca distanza dal sito della Ocean, in un terreno che la società che realizza barche in legno aveva acquistato a suo tempo e che si trova dopo il capannone della Mmgi Shipyard, a poca distanza dal cantiere Crackboat di Claudio Gardossi.

Un progetto, quello di realizzare un capannone ex novo, che ora, di fronte a una crisi finanziaria ed economica tutta aperta, sarebbe difficile realizzare considerando che il Cantiere Alto Adriatico non è una grande azienda, si sta sviluppando e la società è pure partecipata da Friulia.

E ancora una volta a dare un contributo per sciogliere i nodi è stato il Consorzio per lo sviluppo industriale di Monfalcone. La delibera è di alcune settimane fa, e il Consorzio, vista la possibilità di sinergie industriali, ha ha dato il suo benestare per assegnare in locazione il lotto industriale che finora era gestito dal Consorzio Terme Romane. Si tratta di un grande cantiere con un capace capannone che si affaccia sul canale Est Ovest e con una zona per il varo e alaggio delle imbarcazioni. Prevista anche nella delibera la cessione delle attrezzature. Si tratta di un trasferimento che si prevede durerà diversi anni e di conseguenza lo stesso cantiere Alto Adriatico, a meno di nuove situazioni, non si sposterà nel terreno acquistato dallo stesso Consorzio industriale dall’altra parte del canale. Ma proprio per risolvere in prospettiva anche questo nodo lo stesso Consorzio avrebbe pensato a una sorta di “gentlemen’s agreement”, ovvero a un accordo di questo tipo: se tra alcuni anni (5 o 6) il cantiere Alto Adriatico riterrà opportuno e più conveniente rimanere dove si sta trasferendo lo stesso Consorzio sarebbe disposto a riacquistare il terreno venduto al Cantiere facendo un contratto i compensazione.

Sono attese a breve inoltre novità sul fronte dello sviluppo per il Cantiere Alto Adriatico che per affrontare meglio la crisi ha avviato un progetto industriale di diversificazione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo