Il caso di via Faiti La polizia: «È stato un incidente»

«L’aggressione? È molto poco probabile. Noi propendiamo per l’incidente». Claudio Culot, capo della squadra mobile di Gorizia, è comprensibilmente abbottonato sulle indagini riguardanti il caso di Giuseppe Campo, il cinquantenne trovato in una pozza di sangue, in gravissime condizioni. Ma una chiave la fornisce. Non ci sono segni o tracce che lascino ipotizzare l’intervento di una seconda persona, di un possibile aggressore. Anche i successivi sopralluoghi hanno, in un certo modo, confermato le sensazioni della prima ora. Campo potrebbe essere inciampato autonomamente e la sorte ha voluto che battesse la testa proprio contro il cordolo di uno dei tre scalini che danno accesso al condominio di via Faiti dal lato posteriore. Il fatto, poi, che c’era parecchio sangue sul piazzale sarebbe motivato dai movimenti di Campo che si sarebbe trascinato per dare l’allarme, per chiedere aiuto ma non ce l’avrebbe fatta rimanendo a terra per parecchie ore in condizioni di ipotermia.
Intanto, ieri mattina, abbiamo tentato un approccio con i familiari, soprattutto per avere un quadro sulle condizioni di Campo che è ancora ricoverato a Cattinara, nel reparto di terapia intensiva: le sue condizioni sarebbero in lievissimo miglioramento pur permanendo molto gravi. Ma la risposta è stata ferma: «Non vogliamo rilasciare dichiarazioni». A rispondere il fratello.
Giuseppe Campo, che si faceva chiamare Peppino, è medico fisiatra, laureato con lode all’Università di Bologna. Si è, quindi, specializzato sempre con lode in fisiatria nel medesimo Ateneo. Pur essendo cinquantenne risulta essere in pensione: probabilmente gode di un assegno di invalidità. Non esercitava la professione «a causa della paralisi del braccio destro». Questo particolare è contenuto nel suo ritratto su “LinkedIn”, un social network impiegato principalmente per lo sviluppo di contatti professionali. Da quella pagina, si apprende anche che Peppino Campo si occupa oggi di traduzioni da free lance. Ha tradotto dal francese i libri “Operazione Atlanta” di Hugues Pagan, “Il paradiso delle donne perdute” di Jean Pierre Perrin, “L’amante di Fidel Castro” di Eduardo Manet.
Ha frequentato il liceo scientifico a Gorizia, risiede a Bruxelles e, in questo periodo dopo una vacanza ai Caraibi, era tornato a Gorizia dai propri genitori e dal fratello. Campo è conosciuto in città e viene descritto come una persona tranquilla e come un fine cultore di storia, economia e letteratura, in particolare poliziesca. Il padre Giovanni è stato direttore delle Dogane.
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