Il centro di Arsia iscritto nel registro dei Beni culturali

Valmer Cusma

/ POLA

Il nucleo urbano della cittadina istriana di Arsia, costruita durante il Ventennio è stato iscritto nel Registro dei Beni culturali della Repubblica di Croazia. La località situata ai lati della vecchia statale Pola–Fiume, ha 3.200 abitanti inclusi i pochi borghi dell'omonimo comune. Del relativo decreto emesso dal ministero croato della Cultura è stata data lettura all'ultima assise del Consiglio comunale. «Nel rispetto dell'articolo 11 della Legge sulla tutela dei beni culturali - ha spiegato Igor Radić a capo dell'unico assessorato - d'ora in poi per ogni intervento di carattere edilizio nell'area protetta si dovrà chiedere il benestare della Sovrintendenza ai beni culturali».

Interessante la storia di Arsia, sorta negli Anni Trenta dello scorso secolo per le esigenze delle famiglie dei minatori della zona del lago di Carpano, che venne prosciugato per far posto all'abitato. Per lo stesso motivo si procedette alla bonifica delle paludi malariche del circondario. La cittadina venne inaugurata ufficialmente nel 1937 alla presenza del duca di Spoleto e nell'occasione le chiavi delle case furono consegnate alle famiglie dei minatori. Le case stesse, ognuna con il suo orticello, sono situate lungo due vie parallele che si incontrano nella piazza. Nel centro urbano sorsero il municipio, la scuola, l'ospedale, il cinema, il campo sportivo e la chiesa dedicata a Santa Barbara, patrona dei minatori e degli artificieri. La chiesa stessa ha la forma di carrello da minatore rovesciato. Il campanile invece ricorda le tradizionali lampade dei minatori. Il progetto per la costruzione della cittadina era firmato dall'architetto Gustavo Pulitzer Finali di Trieste che all'epoca aveva progettato pure la località di Carbonia in Sardegna, anche quella costruita in funzione dei minatori. Tra l'altro Arsia e Carbonia avendo tanti tratti in comune, sono unite da un patto di gemellaggio.

In breve tempo Arsia raggiunse i 10.000 abitanti e nel 1938 nella zona vennero estratte un milione di tonnellate di carbone. Le gallerie delle miniere si sviluppavano per 160 chilometri e la profondità dei pozzi arrivava a 350 metri. In seguito alla chiusura dei pozzi carboniferi nel 1966, per Arsia iniziò lo spopolamento e anche il lento declino. —

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