Il centrosinistra a Gradisca: «Cpr e Cara vanno chiusi»

Un Consiglio comunale straordinario per discutere un ordine del giorno che invoca “chiarezza sulla morte del cittadino georgiano detenuto al Centro permanente per i rimpatri” e richiede contestualmente la chiusura immediata tanto del Cpr quanto del vicino Cara. È questa la “mossa a sorpresa” decisa nelle ultime ore dalla giunta Tomasinsig e della maggioranza che la sostiene a seguito del mese e mezzo di turbolenze seguite all’apertura del Cpr di Gradisca. E che hanno avuto il drammatico apice nella morte del 37enne Vakhtang Enukidze.
L’assemblea civica è in programma oggi alle 18.30 e prevede solamente due punti all’ordine del giorno: le comunicazioni del sindaco, verosimilmente orientate tutte sulla situazione all’interno dell’ex caserma Polonio, e la discussione di un odg proposto dai consiglieri di maggioranza: vale a dire Alessandro Pagotto, Enzo Boscarol, Fatimata Wade, Manlio Rizzo e Marco Zanolla (Pd), Patrizia Marega (Rifondazione), Stefano Capacchione e Davide Catano (Borghi per la Fortezza), Rocco Sinicropi e David Cernic (Per il Bene Comune).
Sui banchi dell’opposizione c’è curiosità per comprendere quale atteggiamento adotterà in particolare la Lega nei confronti del documento anti-Cpr ma anche della convocazione stessa di un consiglio straordinario ad hoc. Il testo in discussione ricorda in premessa la complessa coesistenza sul territorio comunale delle due strutture ministeriali del Cpr (detenzione amministrativa per un massimo di 150 irregolari in attesa di espulsione) e del Cara (centro per richiedenti asilo, liberi di circolare in attesa del responso alla richiesta di protezione internazionale, dalla capienza massima di 202 posti).
Il documento si addentra quindi nel primo, complicato mese e mezzo di vita del Cpr, oggetto di “diversi tentativi di fuga, di cui almeno due riusciti; di numerosi gravi episodi di autolesionismo; e di un tentativo di sucidio”, arrivando alla morte all’ospedale di Gorizia di Enukidze, “in circostanze tuttora da chiarire”. I consiglieri comunali, citando la visita del sindaco Tomasinsig all’indomani del tragico fatto, parlano di una struttura “non in grado di ospitare per lunghi periodi i migranti” e pongono l’accento sulle “condizioni in cui essi sono trattenuti, con assoluta mancanza di spazi comuni e di attività”, sui tempi di trattenimento, che possono arrivare ad un massimo di 6 mesi, e sulle difficili condizioni per gli stessi operatori e le forze dell’ordine, “che necessitano di tutela”.
Una riflessione anche sul vicino Cara, “che dimostra come la gestione di strutture di grandi dimensioni risulti assai costosa e comprometta in partenza una buona relazione con il territorio”. Sulla coesistenza delle due strutture (un unicum nel Nord Italia ndr) la maggioranza consiliare rimarca che l’allora governatrice Debora Serracchiani e il suo successore Massimiliano Fedriga “avevano posto come condizione per l’apertura del Cpr la contestuale chiusura del Cara”. Alla luce di queste riflessioni, il documento chiede che il Consiglio e la giunta ribadiscano al Ministro dell’Interno Lamorgese “l’indisponibilità ad ospitare a Gradisca un Cpr”, invocandone “l’immediata chiusura”, e auspicando al contempo che la magistratura faccia massima chiarezza sulla morte del georgiano. Ed infine la richiesta di chiusura del Cara. –
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