Il Cippo al Bosco Cappuccio danneggiato dai vandali

SAGRADO. Ieri, 16 luglio, si ricordava il tragico anniversario della Seconda battaglia dell'Isonzo, scoppiata nel 1915. E proprio poche ore prima di questa ricorrenza, mani guidate da menti...

SAGRADO. Ieri, 16 luglio, si ricordava il tragico anniversario della Seconda battaglia dell'Isonzo, scoppiata nel 1915. E proprio poche ore prima di questa ricorrenza, mani guidate da menti irrispettose hanno inferto un colpo doloroso a quanti ancora ricordano con devozione i tanti che persero la vita al fronte nella Grande Guerra. L’hanno fatto con un atto vandalico, che ha distrutto e oltraggiato il cippo dedicato a Bosco Cappuccio, nei dintorni del Monte San Michele, ai caduti isontini che nella Prima Guerra Mondiale avevano combattuto sotto il 97° reggimento dell’Esercito Austroungarico. Vale la pena ricordare ancora una volta le diverse iniziative in atto in occasione del centenario dello scoppio della Grande Guerra per riportare alla luce una storia spesso celata o dimenticata. Nel 1914 Gorizia ed il suo territorio erano parte dell’Impero austro-ungarico, e la quasi totalità degli uomini isontini risposero alla chiamata alle armi per Vienna, combattendo di fatto contro l'esercito italiano che allora era il nemico.

Una verità che, dopo l'esito del conflitto e ancor più con il successivo avvento del Fascismo, venne appositamente destinata all’oblio. Mossi evidentemente da rancori mai sopiti e ideologie lontane, ignoti si sono sfogati sul monumento di Bosco Cappuccio: hanno divelto e spaccato il cippo, spezzato il crocifisso e lordato il sito abbandonando un foglio con la scritta “97° Reggimenti di Vigliacchi”. «Non ci sono parole per commentare questo episodio – fanno sapere dall'Associazione Fronte Orientale, il sodalizio che ha in cura il manufatto e i cui volontari hanno scoperto l'atto vandalico -, proprio a pochi giorni dall’anniversario della seconda Battaglia dell’Isonzo, dove questi ragazzi di lingua italiana che vestirono l’uniforme imperiale persero la loro vita sul Bosco Cappuccio». Ma il gesto incivile dei vandali, oltre che sul cippo, ha lasciato segni ben più indelebili nel morale di coloro che si prendono cura di tramandare storia e ricordo. «L’associazione, che aveva in cura il manufatto, ha deciso dopo l’ennesimo atto vandalico di porre fine alla manutenzione - fa sapere Fronte Orientale -, lasciando alla natura il resto. Tutto verrà divorato dalla vegetazione, portando con se la memoria e il ricordo».

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