Il comandante dei vigili saluta i muggesani «Le regole? Tutte loro»
Nato a Trieste l’8 marzo 1955, sposato con Marina da 40 anni e padre di Irene, laureato in Scienze politiche, Fabrizio Lanza ha preso servizio come vigile urbano nel lontano 17 gennaio 1979. Dopo 40 anni di lavoro, l’attuale comandante della Polizia locale del Comune di Muggia, volto noto anche a Trieste, tra pochissimi giorni appenderà la paletta al chiodo.
Lanza, rispolveriamo il passato: le sue prime mansioni da vigile?
Ho iniziato a Trieste, dove sono rimasto per 24 anni. Dopo un anno come vigile appiedato nel rione di San Giacomo, per 20 anni ho operato come vigile motociclista chiudendo il mio periodo triestino nell’ufficio di Polizia giudiziaria di viale Miramare.
Perché ha scelto questo mestiere?
Stavo prestando il servizio di leva a Venezia e lessi sul giornale del concorso. Mobilitai subito mia madre perché predisponesse il prima possibile i documenti per chiedere la licenza e fare l’esame.
Come andò?
Lavoravo nella raffineria Aquila quando mi convocarono per la prova orale poiché avevo superato lo scritto. Erano in corso i Mondiali di calcio del 1978 e venni interrogato prima di una partita della nazionale. Dopo un po’ di tempo, lessi sul “Piccolo” i risultati: l’Italia non vinse, ma io entrai a far parte del Corpo.
L’episodio più bello della sua carriera?
La soddisfazione più grande è stata fare da scorta a Papa Giovanni Paolo II, nel maggio 1992, accompagnandolo, insieme a un collega, da Prosecco, passando per San Giacomo, fino a piazza Unità. Ma ne ho altri.
Per esempio?
Nel 1991 ho organizzato il servizio di scorta e la viabilità derivante dalla scelta del Presidente della Repubblica Cossiga di andare a cena da Suban. Nel 2007 ho coorganizzato l’evento che ha sancito l’apertura dei confini. Poi ci sono le due adunate degli Alpini, il Giro d’Italia...
La sanzione più clamorosa?
Una volta ho sanzionato un vescovo, il suo autista in realtà. Dopo una decina di giorni, ero tra gli invitati di un matrimonio quando lo rividi: era l’officiante. All’arrivo degli sposi, davanti a tutti lui mi riconobbe ed esordì: “Ben arrivati! Movemose però che questo se no ne fa la multa”.
Quando è diventato comandante a Muggia?
Oltre 16 anni fa, esattamente il primo maggio 2003.
Che giudizio dà sugli automobilisti muggesani?
La maggioranza ha una scarsa conoscenza delle norme di base: gli automobilisti muggesani hanno un Codice della Strada proprio. Cosa peraltro confermata per loro stessa ammissione, tanto che la risposta tipica è “la guardi che mi son de Muja eh”.
Carnevale. Come è cambiata la festa?
Nei primi anni il Carnevale era sinonimo di completa anarchia: sembrava che tutti si sentissero in dovere di non rispettare alcun tipo di norma. È stato un periodo davvero difficile, ma è stata fatta molta strada da quegli anni bui. Ora il Carnevale può davvero dirsi una festa di sano divertimento.
C’è qualche personaggio politico con cui ha legato di più in questi anni muggesani?
L’assessore Paolo Volsi, del quale ho apprezzato la sincerità, la schiettezza e il confronto sempre costruttivo, e Franco Crevatin, un brillante gentiluomo prestato alla politica.
Quale consiglio si sente di dare al prossimo comandante di Muggia?
Di stare il più possibile in strada, ascoltare sempre i cittadini e non dare troppo peso a quei pochi che diventano leoni da tastiera sui social. —
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