Il Comitato dei 970 attacca: «Allibiti per la distribuzione delle iniezioni anti-virus»

I portavoce Adami e Bisiani se la prendono con la giunta regionale «Si poteva destinare anche a Gorizia un frigo per la conservazione» 

la lettera aperta

«Siamo rimasti veramente allibiti nell’apprendere che il personale sanitario dell’ospedale di Gorizia dovrà recarsi al nosocomio di Monfalcone per sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid».

A prendere posizione è, nuovamente, il “Comitato dei 970”, guidato da Adelino Adami, medico chirurgo in pensione che ha lavorato all’ospedale di Gorizia e successivamente a Trieste, e da Giorgio Bisiani, tecnico che ha legato la sua carriera al servizio di Emodialisi del nosocomio goriziano.

«Questo - attaccano - contraddice chiaramente quanto previsto dalla circolare del Ministero della Salute 42.164 del 24 dicembre 2020, la quale recita testualmente: “un modello per la vaccinazione che garantisca un’offerta di prossimità per favorire l’adesione del personale e per ridurre il più possibile gli impatti organizzativi sui servizi sanitari e sull’organizzazione dei turni del personale”. Qualora si istituisse un unico punto vaccinale a Monfalcone verrebbe contraddetto quanto stabilito dalla circolare. La stessa disposizione prevede, poi, tre tipologie di centri vaccinali: un centro ospedaliero, un centro territoriale e un centro per le strutture residenziali, più delle unità mobili per raggiungere persone non trasportabili».

Al Comitato non risultano chiari nemmeno i motivi che hanno portato alla scelta dell’ospedale di Monfalcone come punto di stoccaggio. «E non ci risulta completa l’affermazione da parte di alcuni (si riferiscono al sindaco, ndr) che si tratterebbe di una scelta fatta dal Governo centrale, in quanto tutte le scelte sono state prese “a seguito della Conferenza Stato-Regioni del 17 dicembre”. Cosa non aveva l’ospedale di Gorizia? Gli spazi? Sicuramente no, visti le ampie aree della farmacia attualmente parzialmente inutilizzati. Le attrezzature? I frigoriferi per lo stoccaggio a -80° l’ospedale di Gorizia li aveva prima che una politica miope decidesse di trasferirli. E, comunque, come la Regione ha ammesso di averne comprati 8, uno si poteva benissimo trovarlo anche per Gorizia con una spesa nemmeno eccessiva».

Peraltro, i punti vaccinali ospedalieri dovranno garantire percorsi e spazi con vie di ingresso e uscita indipendenti dal flusso ospedaliero, «cosa realizzabile anche a Gorizia. Il disagio di recarsi a Monfalcone non riguarda solo il personale sanitario dell’ospedale di Gorizia ma anche tutto il personale della sanità territoriale delle sedi distrettuali di Gradisca, di Cormòns, delle Rsa e di tutte le case di riposo dell’Alto Isontino. Questo, se così fosse, non ci sembra il modo migliore di iniziare una campagna vaccinale di tale importanza, invitando gli utenti ad andare a prenotarsi al Cup. Chiediamo, quindi, che venga aperto un punto vaccinale ospedaliero a Gorizia che copra tutto l’Alto Isontino: non dimentichiamoci troppo presto dei “nostri, angeli, eroi, orgoglio della città” perché sarebbe uno strano modo di ringraziarli dicendo loro “andate a vaccinarvi a Monfalcone”. Proprio perché nelle prime fasi di quest’importante campagna sanitaria che coinvolge, per adesso, solo gli operatori sanitari, sono emerse queste criticità. Vogliamo essere rassicurati sulle modalità con cui verrà gestita la vaccinazione della popolazione generale e soprattutto delle persone più anziane che interesserà numeri ben più consistenti e sappiamo quanto sarà importante raggiungere il più alto numero possibile di persone. Il vaccino - conclude il Comitato - è l’arma più importante a disposizione per combattere il Covid: per favore, usiamola al meglio». —



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo