Il Comune alla riconquista dell’aiuola della discordia

I documenti degli archivi comunali parlano chiaro: la proprietà dell’area verde tra via Murat e via Romolo Gessi, che la scorsa primavera rischiava di essere trasformata in parcheggio, è del Comune sin dal 1845. Ma nel 2013 l’Agenzia del demanio, ritenendo che l’area fosse propria, l’ha venduta assieme all’ex palazzina dell’Osservatorio Geofisico alla società Servizi srl, che a sua volta l’ha ceduta alla Gp srl, alla quale risulta intestata nel Catasto terreni, pur essendo l’area stessa inserita nell’Inventario informatizzato dei beni immobili del Comune sin dal 1993.
Dopo che la scorsa primavera il Servizio edilizia privata ha revocato la concessione per la costruzione del parcheggio, il Comune ha ora deciso di mettere le cose a posto anche sul piano delle risultanze tavolari. Il Servizio immobiliare ha predisposto una richiesta al giudice tavolare per la revoca della trascrizione della proprietà. E, per ogni buon conto, qualche tempo fa, nell’area verde in questione l’amministrazione aveva fatto apporre alcuni cartelli, con tanto di stemma con l’alabarda, su cui si leggeva: “Proprietà del Comune di Trieste - Bene demaniale”.
Ma ciò ha scatenato una “battaglia” a distanza. Qualche giorno dopo, sopra gli stessi cartelli, sono stati apposti fogli anonimi con la scritta “Proprietà privata - Divieto di accesso”. A quel punto l’assessore al Patrimonio, Andrea Dapretto, è intervenuto nuovamente: «Abbiamo inviato alla società che ritiene di essere proprietaria dell’area, un atto di diffida a mettere altre tabelle o addirittura recinzioni» spiega lo stesso Dapretto.
L’amministrazione non si è limitata a questo passo. La giunta ha anche deliberato (all’unanimità) di ricorrere al Tribunale contro alcuni decreti, relativi all’iscrizione dell’area verde di via Murat, emessi dal giudice tavolare nel 2013 e nel 2014, incaricando l’Avvocatura comunale di procedere.
La questione si trascina da decenni, tra errori, rettifiche, decreti e reclami, e affonda le radici addirittura a metà ’800. Come detto, il Comune è proprietario dell’area dal 1845. Una trentina di anni dopo quella particella tavolare (640 metri quadri) diventa proprietà del “Sovrano erario”, e successivamente passa al Demanio dello stato. L’attuale configurazione, aiuola tra due vie pubbliche, risale al 1947-48, su progetto delle Pubbliche piantagioni del Comune. Da allora la manutenzione dell’area è seguita dal Servizio verde pubblico. Nel 1964 si verifica un primo errore. L’allora Intendenza di finanza consegna in uso all’Osservatorio Geofisico Sperimentale il complesso di viale Gessi-via Murat (citando solo i fabbricati) e ne chiede l’iscrizione all’Ufficio tavolare. Il giudice, nell’emettere il decreto, “riunisce” fabbricati e aree verdi in un’unica e nuova particella tavolare.
Passano due anni e lo stesso Ufficio tavolare si accorge dell’errata inclusione dell’area verde tra le proprietà del Demanio. Il giudice tavolare emette così, nel 1967, un decreto per la rettifica dell’iscrizione e la cancellazione dell’area dalle proprietà demaniali. Ma lo Stato non ci sta, e un anno dopo l’Avvocatura dello stato presenta al Tribunale reclamo contro la rettifica. Il Tribunale ordina l’annullamento del decreto di rettifica e rimanda tutto all’Ufficio tavolare per una nuova istruttoria.
Si arriva al 1969, quando davanti al giudice tavolare l’Avvocatura dello stato aderisce alla richiesta di rettifica del Comune. Il giudice ordina così di cancellare la particella relativa all’area verde perchè bene pubblico comunale.
Per quarant’anni sulla questione torna il silenzio. Nel 2010 l’Agenzia del demanio riprende possesso dei locali dell’Osservatorio Geofisico, ma nella visura tavolare la particella dell’area verde compare ancora in quella più grande a nome del Demanio. Così nel 2013, quando il Demanio vende il complesso alla Servizi srl, nell’atto notarile figurano sia gli edifici e le aree interne sia l’area verde, indicata come “giardino di pertinenza”. Ma nell’atto di approvazione dell’Agenzia del demanio si cita solo “l’immobile censito al Catasto fabbricati del Comune di Trieste”.
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