Il Consiglio regionale respinge la mozione Dem contro l’assalto di Forza nuova alla sede Cgil di Roma

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Trieste. «L'assalto di Forza Nuova alla sede della Cgil a Roma è un episodio troppo grave, bisogna prendere posizione senza ambiguità», sosteneva il Pd, supportato da tutti gli altri gruppi di opposizione in Consiglio regionale. «Ma non è questa l'aula che può fare applicare la legge Scelba: la mozione andrebbe ritirata e riformulata d'accordo con la maggioranza», ha replicato l'assessore Pierpaolo Roberti a nome di tutto il Centrodestra.

Così alla fine i due schieramenti sono andati divisi al voto sul testo che chiedeva di fare pressione sul Governo per lo scioglimento del «movimento di ispirazione neofascista»: la mozione è stata bocciata con 24 voti contrari e 19 favorevoli.

«Nel testo che proponiamo - ha sottolineato il capogruppo dem Diego Moretti, respingendo la richiesta di mediazione avanzata dall'esponente della Giunta Fedriga - non c'è nulla di ideologico né di strumentale: ricordo che alcuni partiti di Centrodestra hanno votato mozioni simili in altre regioni. E mi dispiace che nessun consigliere della Maggioranza, nemmeno tra i più liberali, abbia scelto di intervenire in aula: io sono convinto che dentro di voi ci siano questi princìpi, ma solo la contingenza politica vi impedisce di votare questo testo».

Le considerazioni di Moretti, primo firmatario, sono state riprese da numerosi esponenti delle Opposizioni. Il collega del Pd Cristiano Shaurli ha ricordato «lo scioglimento di Ordine Nuovo nel 1974» citando le parole dell'ex ministro dc Taviani «il quale disse che non si potevano attendere le sentenze definitive della magistratura e che bisognava applicare la Costituzione, che vieta la ricostituzione del partito fascista».

Igor Gabrovec (Ssk) ha ricordato in particolare «la violenza del fascismo nelle nostre terre, già alla fine del primo conflitto mondiale, con l'incendio degli edifici della minoranza slovena».

Nell'aggiungere le firme dei rispettivi gruppi, Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), Tiziano Centis (Cittadini) e Mauro Capozzella (M5S) hanno ribadito l'esigenza di «lanciare un messaggio forte», ricordando anche l'episodio dell'irruzione di esponenti di Casa Pound nell'aula del Consiglio regionale, nell'agosto 2020. In seguito alla quale Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l'Autonomia, ha reso noto «di essere stato denunciato per diffamazione, in quanto definii eversivi quei gruppi. Ora ho un processo in corso, che affronterò a testa alta». Una situazione che Shaurli ha definito «paradossale», chiedendo e ottenendo dal presidente Piero Mauro Zanin di sollecitare un aggiornamento sulle indagini degli inquirenti rispetto a quell'episodio.

Nel suo articolato intervento, l'assessore Roberti ha replicato anche a un'altra affermazione di Moretti, che aveva parlato di «elementi di estrema destra, che si richiamano palesemente al fascismo, all'interno dei movimenti No vax».

«Tra chi occupava un'infrastruttura strategica come il Porto di Trieste - ha detto il rappresentante della Giunta - vi erano anche esponenti dei centri sociali del Veneto: quella protesta non fu guidata da Forza Nuova».

E a proposito del movimento di Roberto Fiore, Roberti ha ricordato che «nel recente passato Governi di centrosinistra ammisero quei partiti alla competizione politica. Se la discriminante sono i princìpi ispiratori di Forza Nuova, quelli erano gli stessi anche nel 2018 e 2019. E poi - ha concluso l'assessore - oggi i partiti che firmano questa mozione sono tutti al Governo, e non capisco proprio perché il Consiglio regionale debba inserirsi in una discussione che si sta facendo a Roma».

Disappunto di Bordin (Lega)

«Anziché concentrarsi su un singolo episodio, riteniamo sia opportuno effettuare una riflessione complessiva che non si presti a strumentalizzazioni politiche».

Lo dichiara, in una nota, il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Mauro Bordin, che esprime «disappunto per la decisione del Pd di non ritirare la mozione e di rifiutare la proposta di un tavolo di confronto dove elaborare una mozione comune a tutti i Gruppi consiliari».

«Sarà premura dei Gruppi di maggioranza - conclude Bordin - presentare una mozione unitaria, che apriremo al confronto con la minoranza, per giungere a una condanna unanime di tutti i totalitarismi e comunque di tutti coloro che si dovessero rendere colpevoli di episodi di violenza».

Moretti (Dem): centrodestra si è lavato le mani

«L'attacco alle istituzioni, gli scontri con le forze di Polizia, gli episodi di violenza e vandalismi oggetto delle manifestazioni del 9 ottobre e Roma richiedono (ai sensi della XII disposizione transitoria della Costituzione e della "legge Scelba") lo scioglimento dei gruppi neofascisti come Forza Nuova, protagonisti degli assalti alla sede della Cgil. La loro strumentale presenza tra i movimenti novax ha più volte, in questo periodo, creato situazioni che non possono essere accettate: su questo la politica dovrebbe prendere, senza ambiguità, una posizione netta. Il centrodestra in questa regione ha scelto invece di lavarsene le mani, facendo perdere al Fvg un'occasione per affermare i valori della democrazia e lo spirito antifascista sui quali si fonda la nostra Costituzione».

Lo afferma, in una nota, il capogruppo del Pd in Consiglio regionale del Fvg, Diego Moretti, primo firmatario della mozione discussa e respinta oggi in Aula, attraverso la quale tutti i consiglieri del Partito democratico e quelli di opposizione impegnavano la Giunta regionale a richiedere al Governo di dare seguito al dettato costituzionale e sciogliere Forza Nuova e tutti i movimenti di ispirazione neofascista «che anche in questo momento storico stanno contribuendo alle violenze che si sono registrate non solo nella capitale».

«Quello che è accaduto a Roma il 9 ottobre è l'ennesimo grave episodio sul quale le forze politiche non possono essere ambigue. Il Fvg, con la costituzione della Libera Repubblica della Carnia o con la costituzione delle prime Brigate Proletarie all'interno dei cantieri navali di Monfalcone ben prima dell'8 settembre 1943, ha rappresentato un'avanguardia nella storia dell'antifascismo italiano, pagando un doloroso tributo in termini di morti, feriti, deportati affinché anche le nostre terre venissero liberate dalla dittatura fascista», aggiunge il capogruppo dem.

«A questo il Centrodestra oggi ha scelto di voltare le spalle, con i consiglieri totalmente silenti durante il dibattito e con la Giunta - conclude Moretti - che ha motivato strumentalmente la propria contrarietà a una mozione che non chiedeva altro se non l'applicazione di una previsione della nostra Costituzione».

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