Il conte Draskovich vende le sue due ville Keglevich

ABBAZIA. Sono due tra le costruzioni più desiderate nell'asburgica Abbazia, città che di ville lussuose se ne intende, eccome. Un paio di giorni fa, il conte di sangue croato Nicolaus Peter Draskovich ha ufficialmente posto in vendita le due ville Keglevich, che in base alla legge sulla denazionalizzazione sono tornate in suo possesso dopo che per anni erano state fruite dallo Stato croato e dai Nikolajev, nota e apprezzata famiglia di ristoratori.
La cosiddetta villa grande, per tanti anni sede del commissariato di polizia di Abbazia, costruita nel 1891, viene venduta al costo di 5 milioni e 900 mila euro. Si tratta di uno splendido immobile di 1.154 metri quadrati di supericie, con lo scoperto che si estende su 2.199 metri quadrati. Per la “piccola” villa Keglevich, il conte Draskovich ha pure sparato alto, chiedendo 4 milioni e 200 mila euro. L’immobile più piccolo, edificato nel 1894, che si trova lungo la centralissima Maresciallo Tito, ha una superficie di 594 mq, con lo scoperto che tocca i 2 mila e 742 mq. Quest’ultima villa – dopo la denazionalizzazione – ha avuto un iter di restituzione più travagliato rispetto alla “sorella maggiore”, il che ha costretto i Nikolajev ad abbandonare a malincuore la villa dove per più di due decenni erano stati i titolari del rinomato ristorante Kamelija. Dopo lo sfratto, ora la piccola villa Keglevich ospita nuovamente un esercizio ristorativo.
Costruite nell’ultima decade del XIX secolo per la contessa Angelique Keglevich (Abbazia a quei tempi ospitava la crema europea), le due ville hanno ora un costo che supera i 10 milioni di euro. «È un prezzo troppo alto, che definirei esagerato – è quanto sostiene Milan Mandić, proprietario di una tra le più note agenzie immobiliari nell’Abbaziano alla quale è stata affidata la vendita dei due immobili – l’interesse dei potenziali acquirenti non è finora mancato, ma appena viene loro reso noto il costo preteso dal conte Draskovich si ritirano in tutta fretta. Lo fanno senza compiere nemmeno una capatina nelle due ville. Va inoltre detto che entrambi gli edifici avrebbero bisogno di restauro». —
A.M.
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