IL CORPO DI BERLUSCONI

Berlusconi alza il braccio sinistro, Gheddafi il braccio destro, e le due mani si stringono. È una foto storica, nasce "l'amicizia eterna" fra Italia e Libia. La domanda è: è un'intesa Italia-Libia o Berlusconi-Gheddafi? C'è molto di personale nella diplomazia di Berlusconi. Pochi giorni fa, in un incontro con Sarkozy, che aveva in ballo la fornitura di tecnologia nucleare, Berlusconi avrebbe sussurrato all'orecchio del presidente francese: «Je t'ai donné la tua donna», io ti ho dato la tua donna.


Per questa frase Berlusconi s'è beccato una denuncia di non so quali parlamentari italiane a non so quale corte internazionale, per disprezzo verso le donne, trattate come proprietà privata. È una denuncia ridicola, com'è ridicolo pensare che Berlusconi abbia sussurato una frase metà in francese e metà in italiano. Lui sostiene di aver detto: "Tu sais que j'ai étudié à la Sorbonne", tu sai che ho studiato alla Sorbona, l'università di Parigi. Più probabile, anche se non più onorevole. Si cerca di far piacere a uno straniero elogiando una sua università. Perché, se avesse studiato alla Statale? o alla Sapienza?


Sarkozy sta parlando in una conferenza e Berlusconi gli si china all'orecchio. Berlusconi infiltra il suo privato nel pubblico, quello vale più di questo. Berlusconi è tutto privato, il suo statalismo è l'estensione del privato sullo Stato. Noi popolo siamo una sua protesi. Ha invitato Gheddafi al G8 in Sardegna, ed è andato in giro personalmente a cercare un posto dove il colonnello possa piazzare la sua tenda. Gheddafi si porta sempre dietro la tenda, come Linus la coperta. Anche al Cremlino: ha piazzato la tenda in un salone, e ha dormito lì sotto. Come l'accordo con la Libia sembra un'intesa Berlusconi-Gheddafi, così il piano per il nucleare sembra un dialogo Berlusconi-Sarkozy, con la Sorbona di mezzo.


Berlusconi ha ricevuto il presidente del Brasile schierandogli davanti tutti i giocatori brasiliani del Milan: un ricevimento privato, come se il privato (il Milan) fosse più grande dello Stato (l'Italia). Chi non capisce questo, non capisce Berlusconi, e lo ama (se lo ama) male o lo combatte (se lo combatte) male. D'Alema e Veltroni e Soru e Franceschini lo combattono male. Infatti perdono. Berlusconi non è un leader repubblicano, è un monarca. Il monarca è importante fisicamente, come corpo. Berlusconi usa il corpo tenendo conto che il popolo lo vede in tv, quindi esibisce un corpo mediatico, adattato al medium.


Dopo Piazzale Loreto, dice lo scrittore Marco Belpoliti in un bel libro uscito ieri, "Il corpo del capo", noi italiani non abbiamo mai visto il corpo del nostro capo fino ad Aldo Moro dentro la R4. Ma il Duce e Moro sono due cadaveri. In mezzo, De Gasperi Nenni Togliatti Andreotti Fanfani sono leader senza corpo. Il corpo di Berlusconi fa irruzione fin dalla sua discesa in campo: ammiccante, asciutto, senza rughe perché le rughe son nascoste dalla calza che vela l'obiettivo.


Da quando era chansonnier sulle navi da crociera fino ad adesso che è capo del governo, Berlusconi emette le sue fotografie come comunicati, si serve di fotografi ufficiali.


Come Hitler. Mussolini non aveva fotografi ufficiali, ma selezionava personalmente le foto da far girare, e le vistava con la ”M”. Belpoliti cita Jung secondo il quale Hitler era uno sciamano, emanava un potere magico, Mussolini e Stalin eran due capi-villaggio, e, aggiunge Belpoliti, capo-villaggio è anche Berlusconi. Sì, purché s'intenda villaggio elettronico, ove la folla sta nelle case davanti alla tv. Hitler celebrava nelle piazze un rito barbarico-pagano, "i suoi discorsi eran tempeste di fulmini" (Primo Levi), Mussolini s'affacciava alle adunate oceaniche, Berlusconi entra nelle case con educazione: "Mi consenta".


Mussolini si radeva i pochi capelli, la rasatura dà al maschio un'aria guerriera, nelle lotte arcaiche avere i capelli lunghi era pericoloso, il nemico t'afferrava. Berlusconi tenta la via opposta, il trapianto, perché la calvizie lo umilia. Belpoliti ci vede qui un tratto femmineo, le tecniche manipolatorie del corpo, cerone maquillage cipria tacchi, sono tecniche femminili, Berlusconi costruisce il potere su un trasformismo politico, tra An e Lega e una volta anche Udc, che ha il corrispettivo sessuale nel travestitismo.


Berlusconi non ha ideologia, quella ce l'hanno D'Alema e Fassino&C., l'ideologia è tensione verso il futuro, Berlusconi dice: il presente è bello, applaudite. Il suo regno è il regno dell'applauso. Mentana non l'aveva capito, e ha perso il posto. Berlusconi è consolatorio. Il cancro? Lui l'ha vinto. La crisi? Per noi è meno grave che per gli altri. La morte? Camperemo 120 anni. C'è chi, come Umberto Eco, interpreta Berlusconi come costruttore di un impero dei segni, un impero semiotico. Forse è piuttosto un impero dei sogni, un impero ipnotico.


Un suo aspro nemico, Giovanni Sartori, dice che Berlusconi è un "piacione", gli piace piacere. Non vuole esattamente il potere, vuole l'amore. Gli servirebbe una carica vistosa, nobilitante, che appaia alta, e non importa se non è collegata a un effettivo potere militare o politico o economico. Questa carica è la presidenza della repubblica. In questo momento, non si vede chi possa ostacolarlo.

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