Il corto Casualty premiato a Igea Marina

Terzo posto assoluto e premio per la migliore attrice: alla finale nazionale del concorso “Ragazzi e Cinema Festival” di Igea Marina il cortometraggio “Casualty” ha lasciato il segno. L’opera scritta dalla studentessa del liceo “Slataper” Natalie De Vincentiis e diretto da Alessandro Vazzoler del Dams di Gorizia, è stato selezionato tra 120 corti.
«È da quando sono piccola che scrivo e questa è stata la mia prima sceneggiatura - racconta la gradese Natalie De Vincentiis -. Avevamo fatto questo cortometraggio per passione e non ci aspettavamo questa visibilità anche perché non avevamo punti di riferimento. Anche per questo abbiamo partecipato al concorso, per vedere come andava».
Il gruppo, completato da Matteo Bordini, Filippo Onorati e Giorgia Vallongo, si è dunque messo in gioco e ha avuto successo. “Casualty” è stato prima selezionato nella rosa dei 10 finalisti, poi ha conquistato la finale e il terzo posto oltre al premio per la migliore attrice, la stessa Natalie De Vincentiis.
«Quando mi hanno chiamato per dirmi che il nostro video era stato selezionato per la finale, mi ero ormai dimenticata di averlo mandato e ho pensato che si trattasse di uno scherzo, poi però è arrivata la mail ufficiale del concorso è a quel punto le cose sono cambiate. Al di là del premio è stata una bella esperienza: abbiamo incontrato tanti giovani registi e anche Enzo De Caro ha fatto una menzione del nostro cortometraggio prima che venisse premiato», prosegue Natalie. Sul palco a consegnarle i premi sono stati i giovanissimi attori Lapo Pulcini e Francesco Mura.
Anche se girato a Gorizia, “Casualty” parla della violenza della guerra senza contestualizzare il luogo e i personaggi. In un gioco di presenze e assenze, con salti temporali tra presente e passato, un soldato insegue una ragazza fino a raggiungerla per dirle che quanto accadrà non è colpa di nessuno, solo succede. «A scuola non si parla abbastanza di guerra e di terrorismo - sottolinea l’autrice -. Le vittime non sono riconosciute. Il cortometraggio racconta, invece, cose che succedono tutti i giorni e ovunque nel mondo. È per questo che il soldato non si vede mai in faccia e il mio personaggio non parla mai, per renderli universali». (s.b.)
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