Il crollo delle multe a Trieste: manca mezzo milione

TRIESTE Potrebbe far piacere, ai triestini, sapere che la giunta Dipiazza ha fatto molte meno multe dei predecessori di centrosinistra. Quante? Parecchie: quasi 4 mila da quando ha conquistato il Comune.
Il problema è che adesso il municipio si trova con un buco da oltre mezzo milione di euro. Sorpresa. Il dato è venuto a galla qualche giorno fa durante il dibattito in aula sul bilancio di previsione. Se n'è accorto il Pd, soprattutto con la capogruppo Fabiana Martini, che fino a maggio ricopriva il ruolo di vicesindaco e assessore alla Sicurezza con delega alla Polizia locale. Incarico che ora è nelle mani del leghista Pierpaolo Roberti.
Su di lui fioccano un po' di interrogativi: cosa hanno fatto i vigili urbani in tutto questo tempo? In cosa erano indaffarati, anziché sanzionare le doppie file e i divieti di sosta? Il bilancio, alla voce "sanzioni amministrative per violazioni alle norme sulla circolazione stradale", accusa in effetti un ammanco da 580 mila euro di entrate. Persi interamente durante l'amministrazione Dipiazza. Sono i dati a dimostrarlo: confrontando l'intero periodo che va da gennaio a maggio di quest'anno, fino a quando cioè Palazzo Cheba era ancora nelle mani dell'ex sindaco Roberto Cosolini, emerge che il centrosinistra era riuscito a collezionare addirittura un aumento delle multe; 24.003, cioè 660 in più delle 23.343 del 2015. È da quando la giunta Dipiazza va al potere, a inizio estate, che si assiste al calo vertiginoso: mentre nella seconda parte del 2015 Cosolini agguantava 20.307 sanzioni, quest'anno Roberti si è fermato a 16.307. Sono 3.775 in meno.
Il confronto, tra le due annate, è stato rilevato fino a ottobre, l'ultimo mese contabilizzato. Per pareggiare i conti di tutto il 2016, l'attuale vicesindaco avrebbe dovuto non solo raggiungere a novembre almeno le 5.677 sanzioni comminate da Cosolini nello stesso mese dell'anno scorso, ma pure le 4.892 di dicembre, aggiungendo le 3.775 mancanti. Una pioggia di multe in quest'ultima parte dell'anno. Un pacco natalizio che i triestini non gradirebbero. Il centrosinistra, l'altra sera in Consiglio comunale, non si è lasciato sfuggire la polemica. «Negli ultimi 15 anni la città ha perso 50% degli agenti - ha affermato Roberto Cosolini - tanti sono passati agli uffici amministrativi, sia per limitazioni fisiche causate dall'età, sia per il carico della burocrazia. Col risultato che abbiamo poca gente in strada. Siete pronti ad assumere personale?».
Più dura la capogruppo Fabiana Martini. «Questi 580 mila euro di minore entrata proveniente da sanzioni mi sorprendono - ha commentato -. Da una giunta che colleziona ordinanze come fossero figurine, che concepisce la sicurezza in maniera esclusivamente punitiva, che si erge a tutrice della legalità in un presunto Far West, che non mi è ancora chiaro dove vada in scena, mi aspettavo che le multe triplicassero e non diminuissero. Se ci troviamo di fronte a una simile sproporzione, è perché evidentemente gli agenti sono stati distratti da altro: ad esempio passeggiare lungo viale XX settembre per dare l'impressione di presidiare il territorio, o correre dietro ai presunti parcheggiatori abusivi, quelli che dalle Rive si sono semplicemente spostati nella cintura della zona interdetta, o intercettare qualche suonatore non registrato, o portar via il giaciglio a qualche persona senza fissa dimora».
Tradotto: anziché multare le auto in divieto, Roberti avrebbe mandato i vigili a caccia dei clochard della Stazione ferroviaria, dei musicisti di Cavana e dei presunti malviventi del centro. «Ma intanto cresce la giungla delle seconde file - ha insistito Martini - e badate bene che non è una questione di far cassa, ma di far rispettare le regole del vivere civile». Roberti non si è scomposto. «Questa amministrazione di centrodestra ha deciso di occuparsi anche di altri tipi di servizi - ha rilevato il leghista - che sono più che apprezzati da parte della cittadinanza. Uno di questi, come noto, è l'aver mandato personale di vigilanza in viale XX Settembre dove c'era spaccio di droga. Un fenomeno che abbiamo risolto perché ora lì non si spaccia più. Ma ad aver inciso - annota Roberti - è anche il trasloco nella nuova caserma. Tra fine agosto e i primi di settembre (meno 1.760 sanzioni, ndr) ci siamo concentrati su questo. Ciò ha comportato rallentamenti nelle operazioni in strada».
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