Il Csim si allarga all’Aussa Corno e Gorizia

Conto alla rovescia per l’annuncio della riforma. Le prime indiscrezioni. Lunedì ne parla Bolzonello
Bonaventura Monfalcone-28.04.2014 Consorzio-Enzo Lorenzon-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-28.04.2014 Consorzio-Enzo Lorenzon-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Le competenze del Consorzio per lo sviluppo industriale di Monfalcone allargate a una fetta rilevante dei territori attualmente sotto il Consorzio dell’Aussa Corno, e al territorio industriale di Gorizia. Non c’è ancora nulla di deciso, si tratta per ora di indiscrezioni, ma sembra sia questa una parte del disegno finale della riorganizzazione dei consorzi che sta mettendo a punto la Regione. Lunedì, proprio a San Giorgio di Nogaro, sede del Consorzio dell’Aussa Corno, potrebbero emergere alcuni particolari della riforma che sta preparando l’assessorato allo sviluppo industriale seguito da Sergio Bolzonello che oltre ad essere assessore è anche vice presidente della giunta. Lunedì infatti è in programma un convegno organizzato dalla Cisl in cui lo stesso Bolzonello potrebbe “svelare” o confermare alcune strategie.

Non si tratta soltanto della riforma dei Consorzi, questa è una parte limitata di un grande piano industriale che ha elaborato la Regione (si tratta di due studi da oltre 30 pagine ciascuno, dal titolo “Rilanciaimpresa per gestire la crisi e rilanciare il manifatturiero”) per rilanciare l’industria nel Fvg e rendere più competitivo e attraente dal punto di vista imprenditoriale la regione per chi vuole investire.

E nello studio al punto 9.1.2 si parla brevemente dei Consorzi e della razionalizzazione per migliorare i costi, l’attrattività, supportarne lo sviluppo «in vista di un migliore equilibrio economico». La situazione in Fvg è molto singolare, si va da un Csim di Monfalcone che da tutti gli operatori e dalle istituzioni è visto come un fiore all’occhiello che sta in piedi da solo con la fornitura di servizi senza alcun finanziamento della Regione, a realtà come l’Aussa Corno con un buco da 50 milioni. Un Consorzio che secondo le indiscrezioni verrà chiuso, smembrato (una parte la prenderà il Csim a quanto si sa) mentre per riassorbire il buco finanziario verrà creata una bad-company. I nuovi Consorzi rimasti, secondo le indicazioni della Regione, dovranno favorire la reindustrializzazione e la riqualificazione delle aree dismesse e inutilizzate, riprofessionalizzare gli organi di amministrazione e soprattutto ridurre il costo dei servizi alle imprese insediate nelle aree industriali. (g.g.)

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