Il defibrillatore entra all’European school

Mamme, papà, nonni, baby-sitter e docenti tornano a scuola con i bambini per una buona causa: nasce per la prima volta all’European school di Trieste il progetto di cardio-protezione “Cultura, prevenzione, benessere”, in cui staff e famiglie (1.400 persone di cui 230 i bambini al momento) possono partecipare ai corsi di rianimazione cardiopolmonare e di utilizzo del defibrillatore tenuti dall’Azienda sanitaria universitaria integrata. «Siamo molto lontani dalle altre scuole europee che già si muovono su questo fronte - ha affermato ieri Chiara Moro, direttrice dell’European school alla presentazione dell’iniziativa, avviata più di un anno fa -, ma potremmo essere il primo esempio che aiuterà a smuovere tutti gli altri istituti affinché si dotino di questo strumento».
Un’iniziativa che è «nata dall’idea di trasmettere ai ragazzi culture diverse - ha raccontato Walter Rojc, iniziatore e consulente per la scuola del progetto - e in cui abbiamo cercato di non imporre l’utilizzo del defibrillatore come avverrà in altri contesti, ad esempio in quello sportivo, dove da luglio sarà obbligatorio». A supportare il percorso anche Tbs group, multinazionale che offre la manutenzione delle apparecchiature degli ospedali in più di 16 paesi e che ha fornito l’apparecchio, strumento di cui la scuola è stata la prima a dotarsi a Trieste. «La sanità - ha spiegato Mario Vischi di Tbs group - si sta sempre più spostando verso l’assistenza domiciliare». «Riprendendo un concetto diffuso in Gran Bretagna - racconta Rojc -, in cui culture non presenti nelle conoscenze degli insegnati erano portate da professionisti esterni, grazie ai contatti che ho, sono riuscito a finanziare il progetto che nei prossimi anni invece verrà sovvenzionato dalla Confcommercio».
L’European school però è anche l’unica scuola a essersi dotata dei baby-sense «strumenti salvavita presenti nell’asilo nido - spiega Moro -, applicati sotto le culle dei bimbi fino ai 2 anni, che registrano il respiro e laddove vanno in allarme, segnalano così il problema alle educatrici». Rojc inoltre ha annunciato che incontrerà la presidente della Federazione italiana scuole materne di Trieste per avviare un percorso che coinvolga tutti gli istituti affinché «questa cultura venga a diffondersi il più possibile nel nostro territorio».
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