Il disgelo tra Italia e Iran premia il porto di Trieste

TRIESTE. Un gemellaggio con uno scalo iraniano, la collaborazione con la Iranian Shipping Line, un progetto sulla sicurezza. Il Friuli Venezia Giulia concretizza i contenuti della recente missione in Iran. Il porto di Trieste, in particolare, è protagonista di tre protocolli che al momento, precisa Debora Serracchiani, sono dichiarazioni di intenti, ma che daranno luogo ad accordi commerciali.
E così la regione si ritaglia uno spazio privilegiato all’interno di un momento storico nei rapporti tra Iran e Italia. Quella del presidente Hassan Rouhani, ieri a Roma per incontrare all’ora di pranzo il capo dello Stato Sergio Mattarella e in serata il premier Matteo Renzi mentre oggi l’agenda prevede i faccia a faccia con i presidenti delle Camere e Papa Francesco, è la prima visita in un Paese europeo dopo l’accordo sul nucleare. Ed è proprio in quell’ambito, con Rouhani che punta su «industria, infrastruttura, energia e scienza» tra i settori su cui avviare «collaborazioni e investimenti in Italia», che il Friuli Venezia Giulia chiude i tre accordi di collaborazione centrati su un porto, quello di Trieste, che l’Iran, fa sapere la presidente della Regione, considera punto di riferimento per quanto riguarda l’Alto Adriatico.
Come anticipato nei giorni scorsi anche dal commissario del porto Zeno D’Agostino, l’intenzione comune è di estendere innanzitutto i servizi container di Iranian Shipping Line ieri rappresentata dal presidente e amministratore delegato Mohammad Saeidi, interessata a soluzioni diverse rispetto allo scalo di Genova e di nuove prospettive sull’Adriatico, in particolare appunto sul capoluogo regionale. Il protocollo, per quel che riguarda l’operatività dell’intesa, parla di chiamata diretta delle navi o mediante l’impiego di navi feeder per collegare i carichi dell’entroterra via Trieste, soluzione considerata «economica e percorribile». Ma l’agenda iraniana prevede anche di porre le basi per diverse infrastrutture di servizi a Trieste e di sviluppare attività logistiche legate alle opportunità offerte dalla zona franca del porto.
Un ulteriore punto dell’accordo parla di promozione dello scambio di conoscenze e migliori pratiche relativamente all’azione di Iranian Shipping Line nei porti iraniani. «Siamo la prima Regione che sottoscrive accordi con l’Iran, di fronte ai presidenti Matteo Renzi e Hassan Rouhani», la sintesi di una soddisfatta Serracchiani al Campidoglio a conclusione della cerimonia di sottoscrizione dei documenti ufficiali. Più nel dettaglio «siamo l’unico porto, Trieste, che ha già in tasca un accordo di gemellaggio con uno scalo iraniano, parallelamente ad un memorandum con Iran Shipping Lines, che è interessata a collocarsi in Europa e guarda con interesse al capoluogo giuliano». Concretamente, prosegue la governatrice, se da un lato «consolidiamo il ruolo del porto di Trieste nell’Alto Adriatico», dall’altro «ci apriamo alla possibilità di sviluppare ulteriori traffici».
Ma c’è di più. Perché Serracchiani (che non esclude una seconda missione in Iran già quest’anno), D’Agostino e il viceministro allo Sviluppo infrastrutturale Mohammad Saeednejad hanno anche siglato un più generale protocollo d’intesa trilaterale per la cooperazione tecnica e la formazione specializzata nei settori della gestione della sicurezza e della prevenzione degli incendi in ambito portuale, lo scambio di informazioni e l’organizzazione di studi specifici in materia, l’aggiornamento reciproco delle informazioni in materia di sicurezza e prevenzione, la programmazione di iniziative congiunte in Friuli Venezia Giulia e in Iran.
E c’è inoltre il “memorandum of understanding” per l’incremento degli scambi marittimi e commerciali tra Trieste e Bandar Abbas, lo scalo iraniano situato sullo stretto di Hormuz, con il transito di merci varie in colli e di contenitori, mentre saranno anche attivate sinergie nei settori ambientale, tecnologico e formativo. Nel dettaglio, l’accordo si prefigge, tra l’altro, di avviare nuovi progetti marittimi; la realizzazione di studi e ricerche con scambio di informazioni sui servizi portuali, carico/scarico merci, imbarco/sbarco dei passeggeri, stoccaggio delle merci; la creazione di banche dati marittime Ict ed Edi (Electronic data interchange); la messa a punto di progetti di sviluppo portuale, tra cui infrastrutture marittime/portuali e studi di marketing; infine, la cooperazione reciproca nel campo della protezione dell’ambiente marino contro l’inquinamento causato dalle navi.
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