Il dolore della mamma di Giada: «È stato un malore, non il vaccino»

fiumicello villa vicentina
«Ci eravamo accorti che qualcosa non andava. Giada ci aveva detto che faceva fatica a fare le scale. E così, senza aspettare, perché la salute è il bene più prezioso, abbiamo fatto una serie di accertamenti che, purtroppo, non hanno evidenziato nulla di preoccupante. Quando invece, dopo che si è sentita male, siamo andati in ospedale i dottori hanno capito subito che era qualcosa di grave. Nulla a che vedere, comunque, con i vaccini. Le due dosi erano state somministrate tra luglio e agosto e i medici hanno escluso la possibilità di una correlazione».
Gabriella Trevisan ieri ha trovato la forza di parlare della sua unica figlia, Giada Furlanut, mancata sabato a soli 14 anni. «Era solare, sempre positiva e aveva le idee chiare, aveva scelto lei la sua strada. Da piccola guardava la nonna cucinare e poi, quando ha deciso il suo percorso scolastico, si è iscritta all’istituto Pertini di Grado, indirizzo Enogastronomia e ospitalità alberghiera. Qualche giorno fa ci aveva preparato un tortino caldo con il cuore di cioccolato. Sapeva stupirci e noi tutti eravamo orgogliosi di lei». Giada Furlanut si era sentita male lunedì scorso a scuola. Dopo alcuni giorni di ricovero le sue condizioni sono peggiorate, fino alla tristissima notizia del decesso.
La giovane di Fiumicello Villa Vicentina si dedicava alla pallavolo da quando aveva sei anni. «Aveva giocato una partita – ricorda la madre – anche il sabato prima di sentirsi male. Aveva cominciato ad allenarsi quando era in prima elementare e ora non può più farlo». Da poco era nell’under 16 di Pieris, ma per la maggior parte del tempo ha giocato con la Vivil Villa Vicentina: «La conosco da quando era una bimba – spiega la dirigente Marilena Comar –, Giada era proprio come appare nella foto. Una ragazza riservata, che non una amava imporsi, ma allo stesso tempo era sempre in un atteggiamento di ascolto, come rivelano il suo sguardo e il suo sorriso delicato. In palestra era la più presente». Aveva la maglia numero 17 che ora non verrà messa da parte, anzi. «Come concordato con la famiglia – precisa Comar –, la indosseranno a turno durante le partite le compagne che lo vorranno e, così, Giada sarà con noi, nel nostro cuore, nei nostri pensieri. Per tutti coloro che le vogliono bene questo è anche un segno di apertura, un modo per cercare di uscire dal tunnel del dolore».
«Giada era amica di tutti – ricorda ancora la sua mamma – non solo della compagne con cui aveva giocato tanti anni, ma anche di quelle nuove. Era sempre ottimista. E se a scuola c’era qualche bullo, lei andava dritta per la sua strada con un sano “chi se ne importa”. Si fidava di poche persone, ma quando lo faceva ti dava il cuore. Da poco aveva preso la prima cotta».
Un messaggio, affidato a un compagno di scuola della figlia: «Abbiate sempre cura delle persone che vi stanno vicino». I genitori di Giada Furlanut hanno voluto comunicare così con i compagni di classe della giovane. Proprio dalla scuola di Grado arriva un severo richiamo al rispetto per il dolore della famiglia della giovane e un invito a non strumentalizzare la morte della ragazza, come accaduto in queste ore sui social con post definiti «indegni e squallidi tentativi di cavalcare per altri fini una tragedia personale e familiare», riferisce la dirigente scolastica del Pertini, Carmela Piraino. È toccato a lei comunicare ai ragazzi la scomparsa della giovane. «Quando abbiamo saputo – spiega – ci siamo precipitati a Grado per stare vicini ai ragazzi: abbiamo fatto in modo di accompagnare i compagni di Giada e quelli di un’altra prima in un percorso di confronto su quanto accaduto». Piraino era affiancata da una psicologa, che anche incontrerà ancora i ragazzi, per aiutarli a comprendere e superare il momento di comprensibile smarrimento.
La dirigente ricorda con commozione Giada: «Ho parlato a lungo sabato con i suoi compagni: l’hanno descritta come timida ma solare, attenta, amante dello sport. Un’amica ci ha raccontato le lunghe chiacchierate nel tragitto tra la scuola e la fermata dei bus: momenti semplici, che vengono rivalutati quando una persona cara viene a mancare». Proprio dai genitori della giovane, che hanno deciso in un gesto d’infinito amore di donare gli organi, è arrivato tramite un compagno di scuola un messaggio d’affetto, una riflessione indirizzata ai ragazzi: «In un momento così difficile il papà e la mamma di Giada hanno trovato la forza di pensare anche ai compagni della figlia. La scuola sarà vicina alla famiglia, come sarà accanto agli studenti: abbiamo già concordato con i ragazzi di trovare un modo per ricordare Giada». —
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