Il domino delle regionali travolge l’aula triestina

La partenza di pezzi grossi come Roberti, Camber, Cosolini e Giacomelli apre le porte a un gioco intricato di posti. Rebus sul numero due della giunta
Lasorte Trieste 23/01/17 - Consiglio Comunale
Lasorte Trieste 23/01/17 - Consiglio Comunale

Abdicazioni, lotte tra fratelli, ambizione. Nel suo piccolo, lo spettacolo generato dall’esito delle elezioni regionali all’interno del Comune di Trieste ha un fascino medievale.

Tanto a destra quanto a sinistra, l’ascesa di alcuni esponenti politici all’ente di livello superiore pone problemi di potere e impone di trovare sostituti.

Il Carroccio La destra ha vinto le elezioni e ha quindi il maggior numero di nodi da sbrogliare. Il primo partito della coalizione regionale, la Lega, deve rivedere il suo schema sotto diversi aspetti. Primo: il vicesindaco Pierpaolo Roberti è diventato consigliere regionale e lascia il suo posto in giunta.

Si aprono diverse questioni, a partire dal suo posto da assessore. Il capogruppo leghista Paolo Polidori, escluso contro la sua volontà dalla corsa alle regionali, è dato per certo come suo sostituto. Tutto da vedere, però, se sarà anche vicesindaco: la Lega vuole fortissimamente tenere la delega, reclamata però anche dai forzisti. Per il momento il sindaco Roberto Dipiazza non commenta. Ma tra gli addetti ai lavori si vocifera di un prossimo rimpasto di giunta, che potrebbe interessare più di un assessore.

Ma Roberti è anche noto per esser l’unico membro della giunta Dipiazza ad aver tenuto l’incarico di consigliere assieme a quello di assessore. Precisamente quello che ora Fedriga vede come anatema in Regione. Cosa farà ora del suo posto nell’assemblea triestina? Dovesse diventare assessore regionale, lascerà il posto per legge. Ma in teoria potrebbe restare consigliere regionale e comunale al contempo. Al contempo anche il consigliere Giuseppe Ghersinich è stato eletto in Regione, e pare orientato a lasciare il posto in Comune. Scalda i motori Monica Canciani, salvinista di ferro rimasta esclusa al voto comunale.

I berlusconiani Anche Forza Italia ha le sue questioni. Il capogruppo Piero Camber è diventato consigliere regionale e non è intenzionato a rimanere a lungo in Comune. Lui stesso conferma che «al massimo» rimarrà fino a dicembre, per aiutare a tenere le redini di un’aula reduce dalla brutta figura sul bilancio. Si pone in prospettiva il problema del prossimo capogruppo: sul tavolo c’è un’opzione di continuità con Camber, ovvero la “promozione” del vice Alberto Polacco, ma c’è anche chi vorrebbe in quel posto Everest Bertoli, il grande bastonato dal voto, ora in fase di polemica con il suo stesso partito. Resta da vedere quale sarà anche il ruolo di Bruno Marini come solo consigliere comunale, terminati i quattro mandati in Regione.

Gli ex An Permane a destra il mistero sul futuro di Claudio Giacomelli: in attesa della conferma degli eletti, è e non è consigliere regionale, come il gatto di Schrödinger. In ogni caso lui il posto in piazza Unità se lo dovrà tenere: dovesse mollarlo, arriverebbe in posto suo la prima dei non eletti, Federica Verin. Delusa dal non esser stata nominata assessore, ha mollato Fratelli d’Italia per approdare alla Lega. Un regalo che il capogruppo di Fdi non può fare agli alleati-concorrenti del Carroccio.

I dem Infine il Pd. Roberto Cosolini, neoconsigliere regionale, ha già rimesso i suoi ruoli in commissione alla capogruppo Fabiana Martini. Ora si affiderà a una riunione di coalizione (a cui risponde per intero, essendo eletto come ex candidato sindaco) per capire cosa dovrà fare con il suo posto. In ogni caso lui punta a restare ancora per qualche mese, per chiudere alcune partite aperte come l’armamento dei vigili, il Parco del Mare. Al suo posto dovrebbe arrivare un eletto di Sel.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo