Il dramma delle foibe in un documentario 3D
Le vicende ricostruite da Roberto Olla autore e regista Rai

Sette ore di ricerca storica, riassunti in un filmato di una trentina di minuti, impressi su pellicola in 3D, raccontano un pezzo di storia che a lungo si è cercato di dimenticare. Quello delle foibe. Grazie alle testimonianze dei sopravvissuti, filmati d’epoca e ricostruzioni olografiche delle foibe ci sono tutto il dolore e i ricordi di una parte della storia italiana. ”Foibe” è il primo documentario in 3D della Rai che racconta cosa accadde quando, dopo l’armistizio del ’43, l’Italia si trovò allo sbando, e con sé anche gli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia.
Da tutto questo lavoro di ricostruzione olografica, grazie anche al Centro Sperimentale di Torino, ne è stato ricavato un documentario di 26 minuti che è stato presentato ieri, al Museo della Civilità Istriana Fiumana e Dalmata, alla presenza fra gli altri del sindaco Dipiazza, della presidente della Provincia Bassa Poropat, dell’assessore regionale Brandi nonché del documentarista Rai Roberto Olla, autore e regista dello stesso, e dei dirigenti Rai Guido Paglia e Gianluca Veronesi.
Proprio Paglia ha sottolineato come questo documentario, come in precedenza la fiction ”Il cuore nel pozzo”, si potevano fare un po’ prima e ha comunque ribadito l’impegno della Rai come servizio pubblico a far conoscere il dramma delle foibe, perché in Italia questi fatti non sono ancora ben noti. A sua volta Olla ha invece ricordato come quindici anni fa, quando aveva predisposto il primo documentario sulle foibe, fu fatta un’interrogazione parlamentare perché non fosse messo in onda. Ora invece i tempi sono cambiati e proprio con ”Foibe” la Rai produce il suo primo documentario in 3D.
Una proiezione con l’ausilio di occhialini appositi, per godere del sistema 3D, con il susseguirsi d’immagini odierne del Carso e di quello che è attualmente la Dalmazia, intrecciate a quelle d’epoca, trasposti appositamente in versione tridimensionale, nonché di una ricostruzione reale dell’interno di una foiba. Il tutto accompagnato dalle testimonianze suggestive e toccante e l’alternarsi dei racconti di due narratori-testimoni: Graziano Udovisi, scomparso nel maggio dell’anno scorso e sopravvissuto in una foiba; Licia Cossetto, sorella di Norma, giovane studentessa torturata dai partigiani titini prima si essere gettata in una foiba dell’Istria.
Racconti dolorosi, una sorta di diario intimo che ha per protagonisti persone comuni uccisi perché italiani oltre che istriani. «Sono italiana - dice Cossetto davanti alla telecamera – ma prima di tutto istriana». Un senso di amore e d’appartenenza per quella ”patria”, seppur legata ad eventi e ricordi dolorosi. «Ho pagato per la mia italianità» dice Udovisi raccontando di come sia stato seviziato «con uno scudiscio di fil di ferro attorcigliato che mi ha spezzato prima la schiena, poi le gambe e le braccia». Colpisce la dignità del racconto pacato dei due protagonisti che raccontano la loro storia con una delicatezza toccante.
Il documentario è visionabile al Museo della Civiltà Istriana, Fiumana e Dalmata di via Torino. Una versione ridotta sarà in proiezione permanente al centro di documentazione della foiba di Basovizza.
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