Il dramma di foibe e esuli conquista il meeting ciellino

TRIESTE Le masserizie del magazzino 18 sbarcano al meeting di Rimini. E il mondo delle associazioni degli esuli entra in contatto per la prima volta con il leviatano di Comunione e liberazione, puntando ad estendere la lista dei potenziali referenti politici. È il coronamento della mostra sulle vicende del confine orientale che verrà inaugurata oggi all’incontro sulla riviera adriatica e che rimarrà in loco fino a mercoledì prossimo.
L’esposizione si intitola “Tu lascerai ogni cosa diletta più caramente. L’esilio dei giuliano dalmati alla fine del Secondo conflitto mondiale” ed è a cura dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, del Coordinamento adriatico e del Centro documentazione multimediale della cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata di Trieste. Tra i tanti documenti in esposizione, anche delle masserizie prestate dall’Irci per l’occasione. Commenta il presidente nazionale dell’Anvgd Renzo Codarin: «Per noi è un momento importante per diverse ragioni. La prima è che ora, grazie a questa mostra, disponiamo di uno strumento di pregio ed efficace per introdurre le vicende del confine orientale anche a un pubblico di non addetti ai lavori, persone che vivendo lontano dalle nostre terre non necessariamente conoscono a menadito quanto accaduto qui».
La seconda ragione è che per la prima volta il mondo dell’esodo inizia a dialogare con la galassia che circola attorno a Cl: «Storicamente la nostra comunità ha avuto dei referenti politici nella destra e ora, dopo le svolte degli ultimi decenni, anche a sinistra. Però la realtà di Comunione e liberazione era sempre rimasta fuori dal nostro ambito e speriamo che l’appuntamento di Rimini di quest’anno possa essere una buona occasione per far conoscere la nostra gente e la nostra storia». La mostra servirà da introduzione non soltanto a Rimini, ma anche in altre parti del Paese nei prossimi anni: «Ha carattere itinerante - chiude Codarin -, può essere facilmente smontata e girerà l’Italia raccontando le nostre vicende a chi le ha soltanto sentite nominare». Il progetto scientifico è nato già nel 2013, avrà un allestimento d’impatto e tendenzialmente prediligerà gli aspetti più graficamente nuovi e assimilabili: immagini, video, interviste e suggestioni.
Tre sono le direttrici attorno a cui è stata costruita la parte comunicativa, spiega il sito del Meeting: «Al primo posto le foibe, come momento cruento di violenza e di distruzione della personalità. Al secondo l’esilio - non esodo - quale sradicamento delle origini e perdita dell’essenza. Al terzo il ricollocamento, come scelta di vita: via per ricominciare con riferimento all’ipotesi di un ritorno delle future generazioni, in una logica di convivenza tra popoli».
Il curatore, il professor Davide Rossi, spiega: «Il meeting è una manifestazione culturale da quasi 800mila visitatori, di cui circa 500mila giovani. Ci è sembrata un’ottima platea per intercettare un mondo che non è quello triestino, avvezzo a questa storia, ma che anzi sa poco o nulla del confine orientale». La mostra è stata pensata per essere fruibile su più livelli di approfondimento, dal visitatore frettoloso come da chi conosce già la storia narrata.
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