«Il Duca d’Aosta è vincolato» il monito della Soprintendenza
Mentre incalza il dibattito sul futuro dell’aeroporto con la società angloamericana in pressing asfissiante sul Comune di Gorizia, sul tavolo della Consortile e dei soci piomba una lettera della soprintendente Simonetta Bonomi. Che suona come una sorta di “avviso” ai naviganti.
Tutto nasce da una segnalazione da parte del colonnello Claudio Macrini dell’associazione Arma aeronautica in cui si auspicava «maggior tutela e valorizzazione dell’aeroporto quale bene culturale». Non solo. Parallelamente, l’ufficiale Massimo Zulli ha coinvolto il Ministero per i beni e le attività culturali per la medesima motivazione.
«Attraverso le visure presso la Conservatoria e l’ufficio tavolare regionale, l’aeroporto risulta per la maggior parte di proprietà del Demanio dello Stato/ramo Difesa aeronautica - si legge nella missiva -. Un decreto del 2003 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti concede l’aeroporto (escluso il monumento al Duca d’Aosta) all’Enac. Una convenzione del 2016 fra l’Enac stesso e la società consortile individua quale affidataria del bene in parola». Sin qui, una cronistoria ampiamente nota alle cronache. Ma sono i passaggi successivi quelli più interessanti. «Essendo i proprietari e il concessionario soggetti pubblici, e avendo il bene più di 70 anni, l’aeroporto è soggetto alla tutela della parte seconda del Codice dei beni culturali e del paesaggio, decreto legislativo 42 del 2004».
Pertanto, «in base a ciò - scrive la dottoressa Simonetta Bonomi - ogni intervento sull’area dell’aeroporto è soggetto alle autorizzazioni ai sensi dell’articolo 21 da parte della Soprintendenza. In caso di alienazione (e il pensiero corre subito al progetto-proposta della Turin aviation ltd, ndr), la stessa deve essere autorizzata ai sensi dell’articolo 55 e seguenti del medesimo decreto legislativo 42 del 2004. Considerato quanto sopra, quest’ufficio terrà presente quanto dalle parti interessate è stato evidenziato, e utilizzerà gli strumenti previsti dalla vigente normativa in tutela. Si riserva pertanto di valutare la possibilità e la fattibilità di uno specifico provvedimento».
Significa, in parole più povere e comprensibili a tutti, che eventuali azioni anche di demolizione dei ruderi ospitati all’interno dell’area del “Duca d’Aosta” non potranno essere effettuate a cuor leggero perché la Soprintendenza dovrà essere informata in tempo reale di ogni passaggio.
Soddisfatto Claudio Macrini. Che evidenzia come ci siano, adesso, tutte le condizioni per lavorare a braccetto per il rilancio dell’aeroporto di via Trieste.
«Ora - le sue parole - dovremo lavorare di concerto con il gestore dell’aeroporto (la Consortile, ndr) per convogliare risorse, non solo economiche, anzi direi soprattutto di idee e contenuti per farne realmente un polo attrattivo sia da un punto di vista museale che dal punto di vista operativo e, personalmente ritengo che le due cose possano tranquillamente andare a braccetto». —
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