Il Falcon Evo a Lampedusa fronteggia con successo il volo “post catastrofe”

L’apparecchio senza pilota progettato e realizzato dalla Leonardo di Ronchi utilizzato durante un’esercitazione di rilevamento 

La simulazione

Il Falco Evo, velivolo senza pilota progettato e realizzato nello stabilimento di Leonardo a Ronchi dei Legionari, continua ad essere protagonista di missioni e di impieghi che ne dimostrano le capacità e l'utilizzo a 360 gradi.

Così, a Lampedusa, in occasione della sperimentazione Siaarti (Società italiana anestesia analgesia, rianimazione e terapia intensiva, il drone ronchese ha volato e compiuto la sua missione di rilevamento, sorveglianza e rilascio dei dati.

La maxi simulazione ha avuto al centro quest’anno un terremoto di magnitudo 6.0 Richter, con diverse situazioni di emergenza collegate: crolli di edifici con feriti e dispersi, uno tsunami con vittime sulla spiaggia, impossibile da raggiungere a causa di alcune frane e dispersi in mare, da recuperare tramite unità navali di soccorso, ma anche la necessità di evacuare il poliambulatorio di Lampedusa a causa di una instabilità strutturale. Il Falco Evo di Leonardo, lungo oltre 5 metri, 7 metri di apertura alare, con un’autonomia di oltre 20 ore consecutive e capacità di trasportare fino a 120 chili di equipaggiamenti di missione, è stato impiegato nell’ambito di una simulazione di un evento catastrofico, identificato in un terremoto, per testare il modello di cogestione tra strutture militari, civili e sanitarie in situazioni di emergenza o di crisi. Il drone ha dimostrato ancora una volta le sue potenzialità come sistema tecnologico in ambito civile per la salvaguardia delle popolazioni e la gestione delle emergenze.

Il sorvolo del Falco Evo è stato particolarmente efficace per fornire una rapida ricognizione delle aree colpite, la sorveglianza della zona interessata, l’acquisizione delle informazioni attraverso i sensori integrati sul drone e la ridistribuzione dei dati ai centri di controllo e gestione dell’emergenza: elementi essenziali per la gestione di eventi critici, anche in aree difficilmente raggiungibili altrimenti. Il prodotto realizzato a Ronchi dei Legionari non è nuovo a queste attività poiché è, da tempo, impiegato nella missione delle Nazioni Unite in Congo, a supporto del mandato umanitario Onu. In particolare, è stato recentemente scelto per essere utilizzato per la sorveglianza marittima nello spazio aereo civile italiano e maltese dall’aeroporto di Lampedusa nell’ambito del programma Frontex, finalizzato alla sperimentazione di droni per il controllo delle frontiere esterne dell’Unione Europea. —

Lu.Pe.

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