Il fascino così attuale del Buon Governo

“Bravo! Bravo!”, applausi di due minuti. La frase finale, che tocca l'attualità nazionale, di Maurizio Viroli, protagonista della settima lezione del ciclo La Storia nell'arte, ieri ha scatenato il consenso da parte del pubblico del Verdi, come sempre al completo. «Se volessimo almeno provare a rinascere come popolo in libertà, a ritrovare la dignità del vivere libero - conclude Viroli - dovremmo riscoprire quella tradizione che mi sono permesso di presentare».
Il riferimento era all'oggetto della “lectio”, organizzata dagli Editori Laterza con Comune, Il Piccolo, AcegasApsAmga e Fondazione CRTrieste, e introdotta dal giornalista Pietro Spirito: in analisi ieri infatti potere e giustizia a partire dal quadro “Allegorie del Buono e del Cattivo Governo” dipinto tra il 1338 e il 1339 dal senese Ambrogio Lorenzetti. Per far capire che il messaggio dell'opera di Lorenzetti, realizzata sulle tre pareti della Sala dei Nove nel Palazzo Pubblico di Siena, è ancora valido: «Perché se vogliamo vivere sotto un Buon Governo in Italia, dobbiamo imparare a essere cittadini - continua Viroli - laddove non ci sono cittadini, la tirannide si afferma». Ma c'è anche un secondo messaggio: «Una vera Repubblica ha bisogno pure di una religione repubblicana civile, che insegni la devozione per il bene comune». Un elemento, racconta il professore esperto di Machiavelli, ripreso anche nella Costituzione repubblicana, «quella che fra qualche mese non avremo più, perché il Parlamento l'ha profondamente, a mio avviso, deformata».
Viroli (che è pure professor emeritus of politics della Princeton University) ha spiegato quali sono gli elementi principali del Buon Governo secondo Lorenzetti, che lo rappresenta sulla parete di fondo, e quali gli effetti del Buon Governo sulla città e sulla campagna, sulla parete di destra. Sul muro di sinistra invece, per spiegare il primo, c'è l'esatto contrario: l'Allegoria del Cattivo Governo. In sintesi, il Buon Governo, accompagnato da un particolare cristianesimo, si crea se c'è la Giustizia come fondamento, rappresentata in maestà sul trono con la bilancia, che punisce e onora a seconda dei casi, presidia gli scambi commerciali e limita, attraverso le leggi, il potere assoluto. Dall'altra parte la tirannide, che «nasce quando la Giustizia sta sotto i piedi del sovrano». Sotto la Giustizia del Buon Governo, la Concordia, e sopra, la Sapienza divina, che determina la Giustizia terrena. «Il Buon Governo ti aiuta a ritrovare la gioia nell'animo». Non c'è luce, ma solo malinconia invece, in una città governata malamente. (b.m.)
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