Il figlio di Lorenzetti abbraccia la madre in carcere per il delitto: «Ti perdono»

«Marco - ha detto il difensore - la perdona, consapevole dei trattamenti che la donna ha subito dal marito»
Giuliana De Nigris moglie della vittima
Giuliana De Nigris moglie della vittima
Giuliana De Nigris è uscita dall’isolamento detentivo. Da ieri, infatti, la moglie dell’ex direttore dell’Inpdap di Trieste, Eriberto Lorenzetti, 63 anni, ucciso nella sua abitazione di Turriaco, condivide la cella assieme ad altre due donne, nella sezione femminile del carcere del Coroneo, dove è rinchiusa anche Rosa Rambetti, indagata in relazione all’omicidio e compagna dell’albanese Fation Rexhepi, ritenuto il presunto autore del delitto. A riferire il trasferimento nella «cella comune» della De Nigris è stato ieri il legale difensore, l’avvocato Gabrio Laurini: «La signora - ha spiegato - non è più in isolamento carcerario. È stata trasferita in una cella assieme ad altre due detenute. È stata così accolta la sua richiesta, attraverso l’istanza che avevo provveduto a presentare».


Ieri mattina la donna, che nei giorni scorsi rifiutava il cibo e si trovava in una situazione di estrema difficoltà, ha potuto anche incontrare il figlio Marco. «Marco - ha fatto sapere l’avvocato Laurini - è stato autorizzato ad avere un colloquio con la madre. Il giovane non solo la perdona, ma la comprende in questo difficile momento, consapevole peraltro dei trattamenti che la donna ha subito dal marito. È molto legato alla madre, nei suoi confronti non prova alcun sentimento di astio».Il figlio della pittrice-insegnante (la De Nigris ha insegnato anche in un istituto di Muggia) – ha spiegato il legale – risiede in un appartamento a Trieste. La signora De Nigris, ha aggiunto l’avvocato, considerato il suo profondo stato depressivo, è seguita dallo psicologo del Coroneo, dottor Paolo Borghi.


Intanto, si è appreso un altro aspetto: «Il defunto - ha riferito Laurini - aveva un fratello e una sorella. Entrambi hanno deciso di non costituirsi parte civile al processo». Il legale attende ora l’udienza al Tribunale del Riesame di Trieste, in ordine all’istanza di scarcerazione. L’udienza è stata fissata per il 4 novembre. L’avvocato Laurini, nella sua istanza, ha richiesto la revoca della misura cautelare e, in subordine, gli arresti domiciliari. Sempre per il 4 novembre è stata fissata anche l’udienza al Riesame per Rosa Rambetti.


L’avvocato Stefano Benetti, che difende la giovane assieme al collega Carlo Madonna, del Foro di Catanzaro, ha richiesto la scarcerazione in virtù del ruolo «defilato» assegnato alla propria assistita nella vicenda omicidiaria, ma anche tenendo conto del particolare e delicato stato psico-fisico della giovane, al settimo mese di gravidanza.


Quanto a Fation Rexhepi, si attende l’interrogatorio davanti al pm titolare dell’indagine, Fabrizio Suriano, come già richiesto dal legale difensore Marco Zanchi, del Foro di Venezia. Con ciò, ha spiegato l’avvocato, riservandosi di presentare successivamente l’istanza di scarcerazione al Tribunale del Riesame, ritenendo prioritario il confronto del proprio assistito con il Pubblico ministero. Confronto, ha ribadito Zanchi, per il quale Rexhepi è pronto a spiegare con serenità la sua versione dei fatti.

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